Totti da 10

18/08/2010 alle 11:00.

IL MESSAGGERO (M.FERRETTI) - Dove eravamo rimasti? Ah, sì. Milano, stadio Giuseppe Meazza, 24 agosto 2008. Inter contro Roma per la Supercoppa, prima di Josè Mourinho sulla panchina nerazzurra. Inter in vantaggio con Muntari, poi pareggio di De Rossi. Quindi campioni d’Italia ancora avanti con Balotelli e, a un minuto dalla fine, il gol del secondo pareggio firmato Vucinic. Tempi supplementari, perciò. Niente gol. Rigori, quindi. Segnano Vucinic, Ibra, Baptista, Balotelli e Cassetti. Poi sbaglia Stankovic. De Rossi porta in vantaggio la Roma, ma Maxwell segna per i nerazzurri. A questo punto, se la Roma supera ancora una volta Julio Cesar, si porta a casa la coppa.

Due anni (scarsi) dopo, si presenta di nuovo al “Meazza”: c’è ancora l’Inter dall’altra parte della barricata, c’è la “prima” ufficiale di Rafa Benitez; c’è ancora una Supercoppa da conquistare. Ma sabato per il capitano della Roma ci sarà un obiettivo supplementare: conquistare il decimo trofeo della sua carriera. Alle spalle, e sempre da assoluto protagonista, un titolo di campione del mondo, un Europeo Under 21 e un oro ai Giochi del Mediterraneo con la maglia dell’Italia; uno scudetto, due Coppa Italia e altrettante Supercoppe più una Scarpa d’Oro con la maglia della Roma. da 10.

Claudio Ranieri sta studiando per filo e per segno la squadra da opporre all’Inter di Big Ben, ha fatto un sacco di prove e di esperimenti pur di trovare la quadratura del cerchio, è andato incontro senza grosse colpe anche a brutte figure ma non ha il minimo dubbio riguardo la titolarità di . Lui, Francesco, ha il posto garantito. Non certo perchè è il capitano della Roma; non perchè abbia segnato 300 reti con la maglia giallorossa, ma semplicemente perchè nonostante i quasi 34 anni, nonostante quel pezzo di ferro e le dieci viti ficcate nella gamba sinistra, nonostante abbia entrambe le ginocchia rifatte è ancora un giocatore insostituibile. Gli altri, nessuno escluso, vengono dopo di lui. Sia se giocherà con il 4-4-2, con il oppure con il o con il 4-1-4-1, sarà la Roma di . Che non ha la minima voglia di lasciare all’Inter anche questo trofeo. Non sarà impresa facile, lui è il primo a saperlo: l’Inter ha cambiato allenatore, non c’è più Mourinho ma è convinto (e l’ha detto a Riscone di Brunico) che la vera forza della squadra nerazzurra siano i giocatori. Non si aspetta accoglienze particolari dai colleghi interisti, nonostante la polemica sugli scudetti rubati; se mai, sarà il pubblico nerazzurro a beccarlo, ma quello è sempre accaduto, e la cosa ormai non gli fa più né caldo né freddo. Del resto, se è vero che due anni fa quell’errore dal dischetto gli è costata una delusione grande così e gli sfottò della gente nerazzurra, Francesco non dimentica che all’Inter (e a Julio Cesar) è legato uno dei più bei gol della sua carriera (cucchiaio dal limite dell’area e tutti a casa) e che nella Supercoppa edizione 2007 una sua giocata su Burdisso (sì, proprio Nicolas) determinò il calcio di rigore della vittora romanista, firmata da . In quell’occasione, non tirò dagli undici metri solo perchè sfonnato di botte e lasciò l’incarico a DDR: sabato, se ne avrà la possibilità, nessun indugio alla faccia di quella traversa di due anni fa. “…non aver paura di tirare un calcio di rigore, non è mica da quei particolari che si giudica un giocatore”.