
LIBERO (I. ZAZZARONI) - Per un giorno il calcio delle splendide intenzioni estive si ferma per lasciare tutto lo spazio alla Supercoppa italiana, il primo grande evento televisivo della stagione. Prontamente abbandonati i discorsi su patrimonio genetico, recupero dei valori e dei maestri, ipotesi di crescita immediata, investimenti sui giovani, rinuncia alla zona fino a una certa età, riduzione del numero di stranieri e oriundi eanchegli articoli di Ancelotti e Ranieri
Inter-Roma a Milano, mica Lazio-Inter a Pechino come dodici mesi fa: sette-otto milioni di italiani disposti a rinunciare allultimo sabato al mare o in montagna per piazzarsi davanti alla tele e seguire la supersfida dellultimo quadriennio.
Oggiconta soltanto Inter-Roma, traqualchesettimana nonne ricorderemo neppure i marcatori, se non ricorrendo allaiutino da casa: ma meglio vivere nel presente, grossolanamente.
In effetti la Supercoppa dovrebbe essere seguita, vissuta e giudicata per quel che vale: ma so già che un minuto dopo il fischio finale di Bergonzi, la prima scelta dellaccoppiata Nicchi-Braschi, comincerà il gioco del quanto vale, cosa manca, si vede già la mano di e se ci fosse stato Balotelli o Burdisso.
Nelle ore di vigilia va via come il pane linterrogativo chi ci arriva meglio?, anche perché Inter e Roma sono considerate le principali candidate allo scudetto del dopo-Mou o dei perdenti di successo: nessuno dei 20 allenatori di Serie A ha mai vinto il titolo e credo che questa sia una novità assoluta. Altro aspetto singolare, se non fossero intervenuti infortuni o ricadute (Julio Sergio e forse Pizarro) avremmo potuto assistere almeno in partenza a una riedizione di Inter-Roma dellultimo campionato: identici gli schieramenti, i protagonisti in campo. Portoghese a parte.
Dellultimo Roma-Inter conserviamo il ricordo di pochissimo calcio, molte botte e, soprattutto, della stecca rifilata da Totti a Supermario, quello che Im not a bad boy: utile non dimenticare da dove si riparte.
A San Siro è annunciata la presenza di ventimila romanisti: sarà un inizio perfetto soltanto se non accadrà nulla di disdicevole anche nel nome e per conto della tessera del tifoso, il primo grande avversario 2010-2011 individuato dalle curve.