Rosella cacci un urlo oppure cacci qualcuno

20/08/2010 alle 11:02.

IL MESSAGGERO (R. RENGA) - Da domani si fa calcio sul serio. Ai ventimila che, partendo da Roma, arriveranno al Meazza, rivolgiamo un solo invito: dimentichino (dimentichiamo) che cosa é successo nel finale scorso, i calci, le polemiche, lo striscione contro Totti, le storie su Balotelli. Quest’ultimo se n’é andato e appartiene al passato. Per fortuna della Roma, diciamo: un (il) fuoriclasse in meno per l’Inter, che già dovrà fare a meno di Mourinho e non sarà cosa da poco, nonostante la simpatia che offrono stazza e sorriso di Benitez. L’Inter sarà comunque fortissima. E lo sarebbe anche se in campo mettesse i Primavera: visti e ammirati recentemente.

E’ della Roma che sappiamo poco. Più forte tecnicamente con Adriano, Simplicio e Burdissino e quelli che verranno. Ma é il resto che spaventa. Chiunque sappia di calcio, potrebbe dire: le cose vanno bene sino a quando nessuno, ma proprio nessuno, si mette a giocare in proprio. Ossia: quando si fa veramente gruppo in campo e in sede. Come é capitato per tanti anni a Trigoria. A Rosella Sensi sono state rivolte molto critiche, anche ingiuste se la vogliamo dire tutta, ma un complimento gli é sempre stato fatto: ha saputo circondarsi di persone fidate e di qualità. Ora, però, qualcosa traballa e ormai lo sanno ovunque: a Trigoria, in Federcalcio, al Coni, all’Uefa e alla Fifa. Le cattive notizie hanno le ali.

A qualcuno é venuto in mente di dividere la squadra in due: i bravi e gli asini, dietro la lavagna. Niente più gruppo, ma due gruppetti, che non si ameranno, c’é da credere. E se gli “asini” dovessero servire? Non era più semplice dividere per settori: i difensori la mattina, gli attaccanti dopo il caffè? E poi, siamo sicuri che gli “asini” lo siano davvero o che abbiamo fatto qualcosa alla Roma? Doni, tanto per citare un esempio, ha la sola colpa di aver giocato da infortunato.

Abbiamo visto il biglietto da visita del Montali romanista. In testa: il professor Gian Paolo Montali e, sotto, “coordinatore generale della squadra”. Coordinatore generale? Che vuol dire? Direttore é un’altra cosa. Amministratore pure. E noi sapevamo che Montali doveva occuparsi delle risorse umane. Non di scrivanie, spogliatoi e campi, dunque. C’é confusione nei ruoli, come abbiamo avuto modo di dire allo stesso Montali. E la mancanza di chiarezza porta al disordine, alle liti, alle notizie fornite al giornale amico, che poi farà la campagna per il rinnovo del contratto. A Trigoria si sa tutto di tutti e ciò che succede sotto traccia non aiuta certo a vincere.

Rosella ha scritto una lettera durissima, ma non basta. Lasci perdere la consueta educazione e cacci qualche urlo o qualche persona. Faccia, comunque, chiarezza. Altrimenti ognuno disegnerà organigrammi personali e la Roma si perderà per strada. E’ questa la preoccupazione.