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GASPORT (S. BOLDRINI) - Il grande capo. Leader, senza «se» e senza «ma». Juan Silveira dos Santos, in arte, e non solo, Juan, è uno dei condottieri della Roma, voce scarna, maautorevole della squadra, punto di riferimento indiscusso dei brasiliani. Un esempio? Adriano. Da quando Juan, reduce dallinfelice mondiale brasiliano, è tornato al lavoro, il centravanti ha sempre lo sguardo rivolto verso il grande capo.
Il centenario I numeri dicono che Juan sta per tagliare il nastro delle cento presenze con la maglia della Roma: siamo a quota 96 con 6 gol. Dal punto di vista del rendimento, il suo ruolino di marcia in giallorosso è esemplare: avrà sbagliato due, forse tre partite. Diverso il discorso della salute. Due anni fa i muscoli sembravano di seta: un protocollo di cura per correggere la postura del corpo e massaggi appropriati lo hanno fatto rinascere. Non sarà mai un superman, Juan, con il suo fisico da uomo normale e la sua aria da uomo normale che ricorda vagamente Denzel Washington, ma classe, una testa che funziona e la saggezza di un grande capo indiano gli hanno permesso di essere non solo un titolare indiscusso nei club che ha frequentato, ma anche una pedina importante del Brasile. In Sudafrica, ad esempio, è stato uno dei migliori: un gol al Cile, la diga contro tutto e tutti. Non è colpa sua se Dunga aveva riempito la Seleçao di spaccalegna a centrocampo e se con lOlanda mezza squadra è andata in tilt. Juan va avanti per la sua strada: leader della Roma e, fino a quando il fisico lo sorreggerà, della nazionale.