IL ROMANISTA (A. PANICCIA) - Che signorilità! che classe! Il bambino mai cresciuto di Angelo Moratti, Gianmarco Moratti, figlio di quel Moratti che fece grande lInter- è andato a vedere una partita di pallone e a un certo punto ha fatto il gesto che solo ai ragazzini di dodici anni si può perdonare. Che fanno i ragazzini di dodici anni quando vincono? Piegano un braccio e con la mano dellaltro braccio fanno il gesto del
Questo abbiamo visto nel grande stadio. Nella città che pretende di essere la capitale morale italiana e la puerpera della civiltà moderna. Non è stato un bel vedere, ieri sera: il Paese che ospita da Duemila anni la sede della cristianità, che ha dato al mondo grandi e illustri personaggi (letterati, poeti, inventori, navigatori, filosofi, eroi) ha dovuto assistere alle bambinate di un industriale, che evidentemente non è mai cresciuto.
Non bisogna mai sottovalutare i gesti di chi ha davvero il potere, e Giangi Moratti ha davvero il potere, perché
quasi sempre rappresentano le virtù e le miserie di un popolo. Per settanta - ottanta minuti Moratti ha tremato come un bambino. Il suo giocattolo si era rotto. La Roma aveva fatto bene a S. Siro, pur con degli errori di forma e di sostanza recuperabili. Non avremmo mai immaginato che Totti e compagni potessero mettere alle corde già ora lex squadra di Mourinho. Poverino, il Giangi. Ma poi i nostri glielhanno data vinta, forse per stanchezza. E comunque non era cosa così importante come un campionato. E poi avevamo giocato meglio. Perchè quella volgarità, quelloffesa gratuita ai giocatori e ai tifosi avversari?