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IL ROMANISTA (D.GIANNINI) - «Siamo come bambini a Natale». Laurent Blanc ha descritto così il suo stato danimo nel suo primo vero giorno di scuola alla guida della nazionale francese. E se si sente così lui, è facile immaginare quali siano le sensazioni dei romanisti di Francia. Mexes e Menez raggiungono quello che Domenech in un caso, e unesplosione ritardata nellaltro, gli avevano tolto fino ad oggi. Anche per loro è una prima volta. Una primissima per Jeremy, che aveva terminato il suo rapporto coi bleus quando ancora giocava con lUnder 21. Era uno dei gioielli della famosa generazione dell87.
Un gruppo di talenti con Nasri, Benzema e Ben Arfa che pareva essersi perso e che ora è pronto a tornare di prepotenza in cima al mondo. Menez è uno dei più attesi in Francia. Tutti vogliono toccare con mano i progressi di cui hanno sentito parlare nelle notizie che arrivano da Roma. Tutti vogliono vedere il nuovo Jeremy, quello mette la sua classe a disposizione della squadra. Una partita non facile per lui quella contro la Norvegia.
Con tutti gli occhi puntati addosso. E ancora più scomoda è la posizione di Mexes. Per Phil quella di domani è una seconda prima volta, ma forse anche unultima volta. Lultima opportunità per prendersi la Francia. Dopo gli errori di un paio di anni fa, Domenech, sbagliando, non gli ha più dato loccasione di riscattarsi. Blanc in lui ci crede, ma al tempo stesso è stato chiaro: «Cè ancora discrepanza tra le prestazioni con la Roma e quelle con la nazionale. Un primo treno per lui è passato, ora deve saltare a bordo di questo». Il primo appuntamento per dimostrare il suo valore è per domani a Oslo con la Norvegia di Riise. Il 4 settembre poi ci saranno le qualificazioni europee con la Bielorussia, lì Phil e Jeremy non potranno più sbagliare.