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CORSPORT (L. CASCIOLI) - La sconfitta è come una malattia. Inutile parlarne ed è pericoloso volerla giustificare. Sta re lontani dal contagio è tutto quanto il saggio de ve fare. E allora parlia mo di quello che si è vi sto a Milano, superando la noia di un film già vi sto. La Roma ci è parsa più generosa che cinica. Pur essendo più debole sulla carta, ha fatto due involontari regali alla squadra più forte. Ed è inutile anche chiedersi il perché. Tutto quello che avviene durante una partita di calcio è così affidato
La Roma di Ranieri non è però una squadra perdente, nel senso che lennesima sconfitta contro i rivali di sempre vorrebbe dare ad intenderci. Anzi, si rivela fin troppo ambiziosa per le sue attuali possibilità. Passata in vantaggio grazie alla puntualità di Riise ad intuire un gioco di prestigio di quellillusionista che è Francesco Totti, la squadra giallorossa ha imposto ai campioni dItalia, per tutto il primo tempo, quel rispetto che si deve alle squadre ben congegnate, andando più di una volta vicinissima al gol. E' bastato però un errore marchiano di Vucinic a rompere lincantesimo e a vanificare anche qualche prodezza innescata dagli affondi verticali del montene grino e dalla tortuosa fantasia di Menez.
Intanto, che noia! LInter è quella dell'anno scorso con un attaccante in più (Etoo). La Roma è quella dellanno scorso con un difensore in meno (Burdisso). L'estate, stagione riservata ai sogni calcistici, sembra davvero finita. Il campionato non promette grandi novità, se non per la rissa che vedrà impegnate le inseguitrici. Questa sembra la morale della Supercoppa, in attesa delle sorprese che ci regalerà il campionato.