![](/IMG/AS ROMA/PARTITE/2010-2011/ROMA-CESENA/BIG-roma-cesena ranieri grida.jpg)
IL TEMPO (A. AUSTINI) - Due partite, altrettanti regali. La Supercoppa all'Inter, due punti al Cesena neopromosso: in casa Roma è già tempo di processi. Costruttivi. Perché c'è tutto il tempo per correggere antichi e nuovi difetti e ripartire di slancio alla ripresa del campionato e della Champions tra due settimane. Domani pomeriggio la squad
Altri due, Simplicio e Burdisso jr in panchina, mentre il fratello maggiore dell'argentino è arrivato troppo tardi per essere schierato con il Cesena. Emblematici i casi dei due brasiliani. Adriano è il fiore all'occhiello della campagna acquisti ma ci vorranno mesi per farlo tornare un giocatore utile alla causa, Simplicio si è portato dietro problemi fisici da Palermo e ha saltato buona parte della preparazione. Le due settimane di sosta gli faranno bene, come a tanti altri ancora in ritardo di condizione. Juan, Riise, Perrotta e Taddei, per esempio. De Rossi è un caso a parte. Il giocatore pazzesco ammirato nell'era Spalletti è scomparso tra problemi fisici (schiena su tutti) ed extracalcistici. Ranieri aspetta invano il vero De Rossi da quando è arrivato sulla panchina giallorossa, sta provando a recuperarlo sul campo ma la sua pazienza è quasi esaurita: la sostituzione di sabato scorso è un segnale preciso. L'altro uomo simbolo della falsa partenza è Vucinic.
Svogliato, irritante, fischiato: un triplo salto all'indietro dopo il finale di stagione straordinario dello scorso anno. Il tecnico non è soddisfatto del suo lavoro durante il ritiro, figurarsi del rendimento nelle prime due uscite ufficiali. Mancano i suoi gol: finora l'unico che ha segnato è un difensore, Riise. In questo discorso rientra anche Menez. Sì, è in crescita, ma da un attaccante servono soprattutto i gol, materia a lui sconosciuta. Se De Rossi non torna presto ai suoi livelli Ranieri per restituire equilibri alla squadra sarà costretto a sacrificare un uomo davanti: Menez è il primo indiziato. Un quadro allarmante, ma nella Roma qualcosa da salvare c'è. E si chiama, tanto per cambiare, Francesco Totti. Migliore in campo a San Siro e all'Olimpico, il segnale più importante per tornare a pensare positivo.