La sforbiciata di De Rossi, il gol di Supersimo

14/08/2010 alle 11:14.

IL ROMANISTA (M.IZZI) - Va beh, lo so che giocando la Roma in Grecia dovrei selezionare solamente precedenti nella terra del Partenone. Ma quando sento parlare di Atene, la prima cosa che mi torna alla mente è la musica di “Satisfaction” sparata dagli altoparlanti dell’Olimpico il 24 agosto del 2000 all’ingresso in campo di Candela. Quel giorno, la Roma veniva presentata ai tifosi nella prima uscita all’Olimpico contro l’AEK Atene e di “soddisfazioni” a fine stagione ne sarebbero arrivate tante. Cerco di ricondurmi alla statistica, ma la Grecia e Atene, di altre “Satisfaction” alla Roma ne hanno regalate pochine.

Ma quando sento parlare di Atene, la prima cosa che mi torna alla mente è la musica di “Satisfaction” sparata dagli altoparlanti dell’Olimpico il 24 agosto del 2000 all’ingresso in campo di Candela. Quel giorno, la Roma veniva presentata ai tifosi nella prima uscita all’Olimpico contro l’AEK Atene e di “soddisfazioni” a fine stagione ne sarebbero arrivate tante. Cerco di ricondurmi alla statistica, ma la Grecia e Atene, di altre “Satisfaction” alla Roma ne hanno regalate pochine.

A bruciapelo, in realtà, le prime tre cose che mi vengono in mente palando dei trascorsi della Roma con l’Ellade sono una gara valevole per la qualificazione ai mondiali di Spagna ’82, il promettente Choutos e la medaglia d’oro di alle Olimpiadi del 2004.

Robetta direte voi, ma l’Italia–Grecia a cui faccio riferimento, giocato il 14 novembre del 1981 a Torino fece restare di stucco i romanisti perché Bearzot si decise a mettere in campo Roberto Pruzzo a soli cinque minuti dalla fine della gara, facendogli rilevare Bruno Conti, vale a dire il compagno che maggiormente avrebbe potuto esaltarne le caratteristiche. Un trattamento beffardo che per certi versi ricorda quello che Pozzo riservò ad Arturo Chini. L’ala di Testaccio non debuttò mai nella Nazionale A, ma il Commissario Unico il 2 marzo del 1930 lo fece scendere in campo contro la Grecia in una selezione B dei moschettieri. Chini segnò tre reti, ma Pozzo, mistero dei misteri, non ritenne soddisfacente la sua prova e non diede seguito all’esperimento!!

Per quanto riguarda Choutos (che quest’anno ha militato nientemeno che con il Pescina in serie C1), un particolare me lo ha fatto sempre ricordare, ha esordito in serie A prima di , a 16 anni 3 mesi e 22 giorni. Solo
Amadei e Okaka, nella storia della Roma hanno fatto meglio di lui. Per quello che riguarda la medaglia di bronzo di Atene 2004 di (e dell’altro romanista Bovo), rappresentò una tappa estremamente importante nel processo di maturazione del futuro campione del mondo.

La sforbiciata acrobatica di sinistro con cui Daniele timbrò il 3-2 contro il Giappone rimane uno dei gesti atletici indimenticabile di quell’edizione calcistica dei giochi. Detto questo, la prima uscita ufficiale della Roma in Grecia risale al 16 settembre 1964 nella Coppa delle Fiere. Quel giorno, a Salonicco, i lupi affrontarono l’Aris (poi incrociata di nuovo nel 2005 in Coppa Uefa). Si trattò di una partita sostanzialmente dominata dalla Roma che però, complice alcuni errori e una traversa colpita da Tamborini, non riuscì a sbloccare il match e anzi un bell’intervento dello sfortunato Matteucci riuscì ad evitare la beffa della sconfitta.

Il 25 settembre 2002, ad Atene, contro l’AEK, la Roma è di scena in . Arriva un pareggio (con gol annullato a Montella) in un clima infuocato: oggetti tirati, striscione rubato, forze dell’ ordine pronte ad impedire ai tifosi giallo-rossi di scendere cinque gradini per raccogliere la maglia da Panucci.

Per consolarci il 18 ottobre 2006, sempre in , scopriamo che poteva andare peggio. dopo un minuto di gioco viene colpito da un petardo, il pullman della squadra dopo la vittoria maturata con il gol di Perrotta, viene assalito da 50 scalmanati che lanciano anche una bomba molotov. I nostri riescono comunque a ritornare tutti di un pezzo.

Il 18 febbraio 2006, infine, la truppa di Ranieri segnò il passo contro il Panatinhaikos in Europa League, dopo una gara rocambolesca, interrompendo un’imbattibilità di quasi 4 mesi.