
CORSPORT (R. BOCCARDELLI) - Se è vero che nemo profeta in patria... è vero ancor di più per Alber to Aquilani, romano di Montesacro, en fant prodige delle giovanili giallorosse, arrivato stabilmente al calcio che conta dopo un anno di apprendistato a Trie ste. Poi sprazzi da fuoriclasse e tanta inferme ria. E la sensazione di non poter essere mai un simbolo romano e roma nista come i suoi più illu stri compagni. Schiac ciato dallimmensità di Francesco Totti e dal ca rattere dacciaio di Da niele De Rossi,
Ma Alberto, che intanto sè perso pure un mondiale (e forse gli è andata bene in questo senso) ha un carattere fermo e tignoso dietro lapparente timidezza. Così, ben assistito da chi gli sta accanto, ha saputo comunque ritagliarsi una storia importante, dentro e fuori dal calcio. A 26 anni vestire la maglia della Juve è in assoluto un punto darrivo. E nella vita privata il suo fidanzamento con Michela Quattrociocche, con la quale ha condiviso lappartamento di Liverpool fino a ieri, sembra un punto fermo della sua vita sentimentale. Insomma, il ragazzo sta crescendo, sapendo crescere. Certo, laddio alla Roma di un anno fa gli brucia ancora dentro. Lui che sognava di giocare in un centrocampo giallorosso e poi anche azzurro accanto a De Rossi. Ma altri hanno deciso per lui che non sarebbe andata così. Da buon professionista Alberto non può che accettare con soddisfazione il suo trasferimento alla Juve, ma immaginiamo anche la sua sorpresa e qualche intimissimo imbarazzo nel vestire per la prima volta quella maglia che per un tifoso romanista (come lui) è e resta il simbolo di unavversaria tanto forte quanto per niente amata, tanto per usare un eufemismo. I suoi nuovi tifosi non gliene vorranno. I suoi vecchi fan invece, già ieri via etere manifestavano il loro fastidio, non tanto nei confronti di Alberto, quanto per la sua cessione di un anno fa, che ora ha prodotto ciò che nessun tifoso giallorosso avrebbe voluto si realizzasse.
Certo è curioso ricordare come Alberto, insieme a Totti, De Rossi, e Curci (anche lui ormai via da Roma) abbia interpretato la canzone di Marco Conidi, la Roma che conosco. E come proprio a lui toccassero questi versi: «La Roma che conosco cha sempre er sole addosso, e quanno esco ride, e me lo presta spesso... così la porti dentro dovunque te ne vai». Anche a Torino. Cè da giurarlo.