Julio Sergio «Noi più forti di un anno fa»

17/08/2010 alle 11:08.

IL ROMANISTA (V.META) - L’INFORTUNIO muscolare rimediato nell’amichevole contro il Grosseto ha tenuto in ansia tutti i romanisti, da Ranieri in giù. Per fortuna Julio Sergio non è un tipo che si allarma facilmente e neanche ventiquattr’ore dopo già rassicurava i tifosi: l’elongazione ai flessori della coscia destra non gli impedirà di scendere in campo sabato a San Siro contro l’Inter. Affrontare i nerazzurri senza il brasiliano fra i pali, d’altra parte, era un pensiero preoccupante. Il portiere ex Santos, arrivato a Trigoria nel 2006 ma autentica rivelazione della gestione Ranieri, è ormai considerato un intoccabile. A pochi giorni dall’inizio della sua seconda stagione da titolare, Julio Sergio ha raccontato le sue sensazioni in un’intervista alla rivista La Roma.

«Se la maglia da titolare mi carica di responsabilità

ulteriori? Io mi alleno sempre con la stessa intensità. Certo, dopo la passata stagione giocata bene, quest’anno devo e voglio confermare quanto fatto vedere, anzi bisogna migliorare. Tanto io quanto la squadra»
. Migliorare i risultati della scorsa stagione significherebbe centrare il più bello dei traguardi. A bocce ferme, come vede la griglia di partenza del campionato? «L’Inter parte davanti - ammette -, ma noi dobbiamo essere lì. Siamo una grande squadra, migliore dello scorso anno, dato che ora ci sono due nuovi arrivi come Simplicio e Adriano. Oltre a noi e ai nerazzurri, ci sono poi altre formazioni che diranno la loro, come  e Milan. L’importante è tenere alta la concentrazione ogni domenica e giocare con la qualità che abbiamo. Il resto verrà da sé...».

I volti nuovi sono due suoi connazionali, che hanno allargato il già folto clan brasiliano: «Credo che si stiano integrando bene, anche perché oltre che forti in campo, umanamente sono buonissimi. Essere in tanti a venire dal Brasile aiuta a farci sentire meno la mancanza della nostra terra. Adriano? Può essere il nostro valore aggiunto, ha voglia di dimostrare le sue qualità. Io sono molto fiducioso».

Ad attenderlo in apertura della nuova stagione c’è nientemeno che l’esordio in  League: «Per me è un onore giocarla - dice -. Voglio dimostrare di poter fare bene anche lì. Ma per me ogni gara è importante, che sia un’amichevole o una partita di Coppa. Cerco sempre di dare il massimo: solo con questa mentalità si cresce». La sua esperienza internazionale è comunque già considerevole: «È vero, ho raggiunto la finale di Copa Libertadores nel 2003 con il Santos. Il livello medio in , però, è più alto. Spero di fare bene con la Roma, sarebbe bello per noi e per i tifosi».

La sua definitiva consacrazione nel cuore della gente romanista è arrivata nel derby di ritorno dello scorso campionato, quando ha neutralizzato il rigore di Floccari in apertura di ripresa: «Io cerco di dare il massimo in ogni partita, però mi fa piacere che i tifosi mi ricordino con affetto per quella in particolare».