Il paradosso di Jerry, ci prova fino all’ultimo ma l’assetto migliora quando entra Taddei

29/08/2010 alle 12:00.

IL ROMANISTA (G. PIACENTINI) - Totti e Vucinic, protagonisti in maniera diversa. Il capitano, al suo diciannovesimo campionato in maglia giallorossa, ha dimostrato ancora una volta che a quasi 34 anni è ancora il migliore del gruppo. Un passo avanti ai suoi compagni dal punto di vista della forma fisica, distribuisce assist e giocate ai compagni che non riescon

righe come quella di ieri sera non era quotata, gli nega la gioia del gol. Corre e lotta per novanta minuti, prende un sacco di botte e non si ferma mai. E’ questa la nota positiva (una delle poche) della serata romanista. La nota negativa riguarda invece Mirko Vucinic. Il montenegrino ha fatto dei lievi passi in avanti rispetto alla disastrosa prestazione di Milano in Supercoppa ma non è ancora il giocatore dello scorso anno,
e lo ha sottolineato anche Ranieri nelle interviste post-partita.
 
Mirko sembra svogliato ed è inconcludente:
sbaglia tutto quello che può e una volta che riesce a indirizzare la palla verso la porta, ci pensa Antonioli a superarsi per negargli la gioia di un gol che gli farebbe benissimo soprattutto dal punto di vista psicologico. Deve crescere, e ritrovare la vena realizzativa perché un Vucinic così serve poco a Ranieri. Leggermente meglio rispetto al montenegrino, Menez. Il francese ci prova, salta l’uomo e crea la superiorità numerica in mezzo al campo ma al momento di concretizzare, anche lui fallisce. Dal punto di vista tattico rischia di diventare un problema per Ranieri, che gli deve trovare la giusta collocazione per dare equilibrio alla squadra. Non è un caso che la Roma sia più quadrata dopo l’ingresso in campo di Taddei, che si piazza sulla destra. Il brasiliano alla fine sarà uno dei migliori in un centrocampo che ha visto  e Perrotta insufficienti e Pizarro meno preciso del solito.