IL ROMANISTA (P. BRUNI) - Un buco proprio al centro della curva Sud. Una larga fetta di seggiolini vuoti delimitati, ai lati, da nastro bianco e rosso. Appare così il cuore della torcida giallorossa, laconicamente desolata per la protesta ultras contro la famigerata tessera del tifoso. Assenti giustificati fino
Il primo giorno di scuola inizia abbondantemente in anticipo rispetto al fischio dinizio dellarbitro Gava. Nellaria cè tanta attesa per le nuove disposizioni del Viminale e per lintroduzione dei varchi daccesso riservati ai titolari dellAs Roma Privilege Card. La gente dellOlimpico sembra essere più incuriosita dalle differenti vie daccesso piuttosto che dallesordio stagionale della Magica. Alle 18.40 arriva il segnale tanto atteso: lapertura dei varchi. Finalmente si può ricominciare da dove ci si era fermati. Su ogni cancello, oltre alle forze dellordine, compaiono diversi steward (da questanno la società ne ha aumentato il numero) che fungono prevalentemente da punto informativo, spiegando alla gente le diverse modalità dentrata allo stadio rispetto alla scorsa stagione.
Tutto fila liscio, liscio. Nessuna fila, nessun picchetto a bloccare il flusso. Niente di niente. Chi si è fidelizzato ha una sua corsia preferenziale di transito (il rapporto è di 3 varchi a 1 rispetto ai non possessori della tessera) e può scappare velocemente verso il proprio posto, senza controlli da parte della polizia. Gli accertamenti vengono riservati, come da prassi, agli altri e sono tanto meticolosi, quanto puntuali. Non cè la benché minima traccia del nervosismo paventato alla vigilia. Gli umori, però, non sono tutti accomodanti. Più di qualcuno non riesce a mandare giù lidea di dover sottostare a delle direttive coercitive. Cè chi non capisce perché ci debba essere una discriminazione fra sostenitori e chi, invece, per partito preso rinuncerebbe per sempre a seguire una passione pur di non darla vinta ad un «governo che specula sulla pelle dei cittadini e vuole imporre delle leggi da regime».
Lannunciata manifestazione allo stadio dei Marmi non parte e tutto si sgonfia come un pallone bucato. Nel parco del Foro Italico, attorniato da alti funzionari, fa su e giù il nuovo Questore, Francesco Tagliente al battesimo calcistico nella Capitale: «Tutti i vertici della questura sono impegnati a garantire il diritto, a chi lo desidera, di andare allo stadio nella più completa libertà e serenità. Questo spettacolo continua Tagliente va tutelato, un gruppo ridotto di persone non deve turbare lamore per questa squadra». Chiaro e puntuale anche quando sente che qualcuno apostrofa la tessera come un documento discriminatorio, contrario alla normale morale del buon senso: «Se il tifoso è fidelizzato dà maggiori garanzie e deve ricevere maggiori privilegi. È una cosa che abbiamo disposto anche dellordinanza ».
Ma la serata desordio non vive solamente della protesta organizzata dallo zoccolo duro della Sud; anche gli avversari hanno voluto far sentire la propria voce: due pullman partiti da Cesena senza biglietto per lo stadio e tessera del tifoso, hanno acquistato a Terni il titolo per un distinto occupato da sostenitori romanisti, prima di essere trasferiti dalla sicurezza in una zona libera dello stadio, adiacente al settore ospiti.
Verso le 21, poi, arriva il comunicato da parte della Questura che conferma, in fondo, quanto la nuttata sia trascorsa senza grossi problemi: «In occasione della gara Roma-Cesena le misure di sicurezza pianificate per garantire laccessibilità degli spettatori nellimpianto hanno consentito che le operazioni di afflusso si svolgessero regolarmente. Nel corso dei controlli di prefiltraggio sono state bloccate otto persone che hanno scavalcato la recinzione per eludere gli accertamenti. Tutti sono stati fermati e accompagnati al posto di polizia dello stadio. Per loro è scattata la denuncia e sono stati daspati per una durata che va dai tre ai cinque anni».
Ora, battezzato il campionato, toccherà alla Champions League. Qui, il club giallorosso, garantirà ai possessori della card la prelazione per tagliandi, sia per le gare interne sia per le trasferte (nonostante il regolamento europeo non preveda nulla al riguardo). Una scelta che rischia di gettare benzina sul fuoco e di inasprire il fronte di chi reputa la tessera del tifoso un forma di discriminazione sociale.