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CORSERA (M. SCONCERTI) - È giusto ricominciare la stagione da una partita fra Inter e Roma, ma non è giusto sia in palio stavolta la Supercoppa. Questa competizione nasce per mettere davanti la squadra che ha vinto il campionato e quella che ha vinto la Coppa Italia, laltro grande torneo nazionale. È una specie di spareggio per decidere, sempre molto in teoria, chi sia il campione dei campioni.
Ci sono mille motivi perché si giochi. Non quello di avere in palio una coppa materialmente già assegnata. Non stasera. Come non era stato giusto che la finale di Coppa Italia si fosse giocata a Roma, stadio Olimpico. Non per lInter, ma per chiunque. Due anni fa toccò alla Sampdoria contro la Lazio. Una finale non può essere istituzionalmente giocata in casa di due squadre in gara. Capisco si cerchi di nobilitare la manifestazione facendola disputare in una specie di grande stadio Italia, ma lOlimpico non è Wembley, non ha la sua neutralità. LOlimpico è ancora lo stadio di Roma e Lazio. Per carità, non è grave, si può sopravvivere, è solo sbagliato. E non si capisce perché debba esserlo. Restando al campo, la Roma ha acquistato (Adriano e Simplicio), lInter ha per ora soprattutto venduto (Balotelli). Tecnicamente adesso sono molto vicine. Si vedrà poi cosa saprà davvero dare Adriano e cosa finirà di portare a casa lInter. Cè nella Roma di adesso un senso dello spettacolo superiore allInter. E cè nellInter una qualità umana più che tecnica, che le ha reso leggere le vittorie. LInter ha accelerato quando era nel pieno della rimonta romanista. La Roma ha perso quando ha dovuto assumersi la responsabilità di vincere. È quel carico che lInter sa portare con disinvoltura e farà probabilmente la differenza anche in questa stagione. Ma stasera non cè pronostico, è una straordinaria partita che non darà messaggi, non misurerà la forza. Sarà uno spettacolo fine a se stesso, con troppe voglie e tante giustificazioni già pronte. Una partita soltanto da godere che cade proprio il giorno in cui un altro romanista, Aquilani, torna in Italia e va a rendere definitivamente competitiva la vecchia Juventus, come a dire che quello di stasera è un testa a testa che non riassume più la gerarchia del nostro calcio.