Oggi fanno trentanni esatti dal 10 agosto 1980, quando Paulo Roberto Falcao atterrò a Fiumicino portandoci tutti in orbita. Trentanni che i romanisti della mia generazione (e non solo quelli ad ascoltare le dichiarazioni di De Rossi) guardano al fuoriclasse brasiliano come la stella polare della nostra passione. Cosa ricordo di quella giornata? Flash disordinati, certamente la grande confusione allaeroporto con tanta gente caparbiamente lì a fregarsene del mare, delle passeggiate allaria aperta e della moda delle vacanze intelligenti. Poi il volto costipato dellavvocato Raule che assieme a Romiti e al vice presidente Cacciavillani aveva il mandato di non permettere che Falcao parlasse con la stampa. Lentusiasmo della gente, però, non poteva attendere, qualcuno gli mise al collo una sciarpa, poi un cappello di lana giallo-rosso perché la parola merchandising non sapevamo neanche cosa significasse.
A distanza di così tanti anni, però, quello che mi è più cara è limmagine di quel ragazzo che si fece autografare la copertina dellultimo numero di Giallorossi. Mostrava una foto di Falcao con la maglia del Porto Alegre con un titolo fantastico, che neanche Nostradamus avrebbe potuto ideare: «A maior estrela». La stella più grande! Nel dicembre del 2005 a Porto Alegre Falcao ha partecipato al trentesimo anniversario
della conquista del primo titolo brasileiro della storia dei Colorado (club nato nel 1909). Cerano tutti i compagni di quella leggendaria impresa, compreso Elias Figueroa lautore del gol iluminado che risolse il match decisivo contro il Cruzeiro. Guardando le foto di quella celebrazione rimasi stupito. Per i romanisti
Falcao esiste solo per la Roma, si stenta a credere che con tutto quello che ha fatto per questa squadra ci sia stato anche un Falcao prima e uno dopo la maglia giallorossa. Tra le tante, impareggiabili doti del calciatore,
cera la grande capacità di comunicare con la gente durante le gare. Chiamava lappoggio dei tifosi quando la squadra era in difficoltà (ricordate la semifinale contro il Dundee?) e le sue esultanze, quella gioia fatta di urla
e di quel salto che ci mandava in visibilio mentre eravamo con il viso schiacciato contro i vetri divisori dellOlimpico. Avevamo la sensazione che quel salto fosse per noi, lo aspettavamo e saltavamo insieme a lui
perché noi e lui eravamo una cosa sola. Ci furono, è vero, momenti difficili in quella storia damore, che
però venne sublimata nel ricordo anche per la sua conclusione repentina. Ci svegliammo un giorno e capimmo che se nera andato.
Oggi, affermato commentatore sportivo, il divino, continua a seguire la sua Roma, le ultime dichiarazioni sulla Lupa le ha espresse in unintervista concessa alla Gazzetta dello Sport proprio ieri. Dopo aver esaltato e bacchettato la coppia Pato, Ronaldinho, si è rivolto allattualità giallo-rossa: «Adriano ha detto
Falcao
è una scommessa che mi piace. Ha lasciato qualcosa di incompiuto in Italia. Se nè andato quasi di nascosto. Poteva restare in Brasile carico di soldi e di gloria. Se ha scelto la Roma è perché vuole dimostrare al calcio italiano chi è il vero Adriano. Lui e Totti possono far saltare il banco. Sono perfetti per giocare
insieme. Francesco poi può aiutarlo molto. Deve diventare suo amico. Adriano ha commesso degli errori, ma è un ragazzo dal cuore doro, è buono dalla testa ai piedi. Totti può guidarlo nella direzione giusta».
Falcao si è anche rivolto direttamente ai tifosi romanisti: «Non proteggete Adriano ha concluso se non si comporta bene, ma fategli sentire amore. Ma questo è un suggerimento inutile: i tifosi della Roma sono fantastici».