![](/IMG/AS ROMA/DE ROSSI/BIG-de rossi nazionale.jpg)
IL ROMANISTA (D.GIANNINI) - «QUESTO È solo il buongiorno di una nuova epoca». Unepoca iniziata con De Rossi con la fascia da capitano al braccio. Ma non è bastato ed è arrivata la sconfitta, lennesima di un 2010 ancora senza successi per lItalia. Eppure, Daniele non fa un dramma del ko di martedì contro la Costa dAvorio della prima nazionale targata Cesare Prandelli. Il problema, semmai, sono quelle al mondiale sudafricano che hanno determinato lindecorosa eliminazione nel girone:
Un lapsus. Evidentemente quel 3-2 subito allEllis Park dalla Slovacchia non lo ha ancora digerito. Ma almeno lui, a differenza di tanti compagni davventura, ha la possibilità di cancellarlo continuando a vestire lazzurro. Di più, di farlo da uomo simbolo della possibile rinascita del calcio italiano. E per questo che martedì ha lottato per 90 minuti nonostante una condizione fisica non perfetta per le sole due settimane di allenamento nelle gambe. Vuole prenderla per mano questa Italia, adesso e soprattutto quando conterà di più, quando ci saranno i tre punti in palio. Il primo appuntamento con le qualificazioni europee è fissato per il 3 settembre a Tallin contro lEstonia: «Non sono disperato per quella data - prosegue De Rossi -. Crescerà la condizione, e anche se non sarà al cento per cento, dovrà bastare, visti gli avversari». E vero, la qualificazione per Polonia-Ucraina 2012 non è unimpresa impossibile in un girone in cui la Serbia (le altre sono Slovenia, Irlanda del Nord, Estonia e Far Oer) è la vera rivale. Prandelli è ripartito affidandosi ai colpi di Cassano e Balotelli. «Fantasia? È quel che volevano tutti - dice Danielino - è quel che chiedeva la gente. Cè una nuova gestione, altre scelte. Non che prima i giocatori non fossero buoni, però... Cassano ha corso, ha fatto buone cose, si è impegnato. Come tutti». Basterà per risollevarci dalla batosta mondiale? «Ora lo diciamo tutti, il calcio italiano è in crisi - conclude De Rossi - È difficile che i calciatori italiani finiscano. Però bisogna cercarli e trovarli, aspettarli, e non criticarli al primo errore».