Daniele, Capitan Italia

08/08/2010 alle 10:43.

IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Da Capitan Futuro a quello azzurro. Che non va confuso con il principe ma che rimane comunque il sogno di chi inizia da bambino a dare i primi calci ad un pallone. Capitano della propria nazionale: è la favola che martedì sera contro la Costa d’Avorio, nella prima gara dell’era Prandelli, De Rossi si appresta a vivere. Non sarà un inedito (gli era già capitato in altre 3 occasioni: nel 2005 a 21 anni contro l’Islanda e nel 2007 prima in amichevole contro il Sudafrica

Nell’amichevole di martedì prossimo a Londra contro la Costa d’Avorio Daniele De Rossi toccherà quota 58 presenze, raggiungendo proprio il suo capitano, Francesco Totti

In queste prime convocazioni, in attesa di capire cosa accadrà con Pirlo e Buffon, Daniele è l’unico reduce dei campioni del mondo del 2006. Come sono lontani quei giorni di fine maggio quando una sua frase sulla Tessera del Tifoso - per la quale si scusò immediatamente - creò un vespaio di polemiche al punto da far chiedere a qualche esponente politico di non far partire il giocatore per il Sudafrica. Ora, dopo nemmeno tre mesi, dove abbiamo assistito al flop della comitiva di Lippi, non solo Daniele è sempre in nazionale ma addirittura con la fascia al braccio. A 27 anni è diventato uno dei veterani (già 57 presenze) e curiosità vuole che martedì raggiungerà nella speciale classifica , a quota 58.

Non capita tutti i giorni che un giocatore della Roma abbia l’onore di essere il capitano della Nazionale azzurra. Non è riuscito ai due campioni del mondo e Conti ma nemmeno a Giannini, perno della nazionale di Vicini nel ‘90. Capitani dell’Italia mentre vestivano giallorosso sono stati, prima di , i soli Allemandi (anni Trenta, in 8 occasioni) Bernardini, Pandolfini, Losi, Panucci e Perrotta (gli ultimi cinque solo per una volta). Per Daniele, quella di martedì a Londra, sarà una serata speciale. Una parentesi azzurra che si trasformerà dopo il fischio finale direttamente in giallorosso.

Già, perché quest’anno a Trigoria fanno sul serio. Prima Pizarro, poi lo stesso hanno fatto capire come il ruolo di eterni secondi, alla Gaetano Belloni per intenderci (ciclista che nei primi del ‘900 accumulò più di 100 secondi posti), sta molto stretto. E che Daniele creda in una svolta è testimoniato dal fatto che aveva proposto a Ranieri (che nella prima conferenza stampa lo ha definito, insieme a , «la nostra guida spirituale») di raggiungere la squadra nel ritiro di Riscone di Brunico, accorciando così le vacanze. Il tecnico, pur apprezzando il gesto, glielo ha vietato, preferendo che riposasse ancora qualche giorno.


Quella che sta iniziando per il centrocampista è la decima stagione con presenze con la maglia della Roma (nel 2001-2002 rimase a secco in campionato, ma giocò in Coppa Italia e ), la nona in serie A, dove esordì a Como il 25 gennaio del 2003. L’altra sera contro il Levante (come prevedeva il contratto stipulato per l’amichevole) ha giocato un tempo, giusto per riassaporare l’effetto che fa. Oggi a , Ranieri preferisce farlo riposare. L’ultimo anno per è stato particolare, vissuto - nonostante il record di gol (11 in totale, 7 in campionato, 3 in Europa League e uno in Coppa Italia) - un po’ al di sotto del suo standard. Al conto delle reti, bisogna aggiungere poi quello rifilato al Paraguay, il 14 giugno, nella gara d’esordio del Mondiale con la quale ha toccato quota 9 e raggiunto nella hit dei giocatori romanisti.

Daniele si sta preparando alla prossima stagione. Ha deciso di ripartire subito per dimenticare un’annata costellata da più di un problema personale, da uno scudetto perso all’ultimo minuto e da una figuraccia in Sudafrica che nemmeno il più menagramo dei tifosi poteva immaginare. Forse, indossando i gradi di capitano della Nazionale italiana, sarà più semplice.