Continua l’attesa di un trofeo con un tecnico romano

22/08/2010 alle 11:41.

IL ROMANISTA (F. BOVAIO) - LA MALEDIZIONE continua. Ancora una volta un allenatore romano non è riuscito a vincere qualcosa con la squadra della sua città, la Roma. Sfiorato lo scudetto, persa malamente la Coppa Italia, anche la Supercoppa se ne è andata a Milano al termine di una partita dominata per un'ora e Ranieri, come tutti noi, ha dovuto prendere atto della forza di una tradizione negativa che ha sempre accompagnato tutti i mister capitolini che si sono seduti sulla panchina giallorossa.

 



La Roma, infatti, per vincere i suoi trofei ha sempre dovuto far ricorso a tecnici stranieri o provenienti da altre regioni

italiane
, come è stato con il toscano Spalletti (al suo attivo le Coppe Italia del 2007 e del 2008 e la Supercoppa 2007), per il bergamasco Bianchi (la Coppa Italia 1990-91) e per il friulano Capello (lo scudetto del

2001 e la Supercoppa dello stesso anno). Le altre vittorie della Roma sono arrivate tutte con tecnici stranieri: la Coppa Coni del 1928 con l?inglese Garbutt; lo scudetto 1941-42 con l'austro-ungarico Schaffer; la Coppa delle

Fiere 1960-61 con l?'argentino Carniglia (anche se fino alle semifinali in panchina c'era Foni); la Coppa Italia 1963- 64 con l'altro argentino Lorenzo; la Coppa Italia 1968-69 e il Torneo Anglo- Italiano 1971-72

con lo spagnolo Helenio Herrera; le Coppa Italia 1979-80, 1980-81 e 1983-84 e lo scudetto 1982-83 con lo svedese Liedholm (che con i suoi quattro trofei è il mister

più vincente della storia giallorossa) e la Coppa Italia 1985-86 con l'altro svedese Eriksson.



Speriamo che ora la tradizione si inverta in campionato, dove comunque la Roma resta la vera anti-Inter e anche in Coppa Italia, perché dopo il bellissimo primo tempo giocato ieri non ci voleva quell'erroraccio di Vucinic che ha lanciato Pandev verso l'1-1 e cambiato il corso di una partita che fino a quel momento l'Inter aveva vissuto solo da sparringpartner. Invece questa Roma passerà alla storia come una delle più belle

e meno vittoriose di sempre. I suoi secondi posti cominciano ad essere davvero troppi.