IL ROMANISTA (D.GALLI) - LAMMINISTRATORE delegato di Rothschild, quellAlessandro Daffinà che è stato uno dei padri costituenti dellazionariato popolare romanista, tornerà dalle vacanze tra qualche giorno. Ma intanto è già pronto il dossier sullAs Roma che la sua banca daffari consegnerà ai futuri investitori.
A rivelarlo è stato ieri "Repubblica". Nella ricostruzione del giornale vengono illustrati i punti chiave di quella che, per i profani, potrebbe benissimo venire considerata una "brochure". Una specie di documento in cui viene spiegato per quale motivo chi compra lAs Roma fa un affare. Un affare, sì. Perché Rothschild non deve trattare con dei tifosi giallorossi, come è lo stesso Daffinà. Ma con dei finanzieri abituati a maneggiare petroldollari e a tradurre grafici. Il calcio è business, e Rothschild spiega in quale modo.
Secondo la banca, l
As Roma potrebbe far registrare unimpennata al proprio fatturato. Come? Investendo sul proprio
marchio, promuovendolo sui mercati di tutto il mondo. E facendo partecipare al capitale sociale i propri
tifosi. Non a caso Daffinà è un fan di My Roma, lazionariato popolare giallorosso attualmente coordinato da
Walter Campanile. Al "Romanista", Campanile conferma la bontà di un sistema che si poggia sulla partecipazione dei tifosi. «
Lazionariato popolare del Barcellona conta quasi 175 mila soci, che fruttano
al club 26 milioni di euro lanno. Ma la maggior parte del fatturato blaugrana, circa 395 milioni, deriva dal giro di affari che ruota attorno allazionariato». Si chiama economia indotta. Ecco perché nel dossier di Rothschild viene previsto un piano per la realizzazione di uno stadio di proprietà. Un impianto tutto romanista diventerebbe - questa era anche lidea della famiglia Sensi, che puntava a realizzare lo stadio alla Massimina - un polo di aggregazione dove potrebbe trovare spazio di tutto. Dai centri commerciali, ai cinema, fino agli impianti per lattività sportiva.
Dossier a parte, nei prossimi giorni la banca farà il punto sulle dimostrazioni di interesse. Una è quella della società di risparmio Clessidra. Ieri, al sito "laromasiamonoi.it" lufficio stampa del fondo ha precisato: «Abbiamo preso in considerazione il dossier As Roma come tanti e stiamo esaminando la situazione. Ma è davvero difficile dire di più a questo punto. Dobbiamo solamente aspettare». Si era parlato di una possibile cordata con Angelini, ma Clessidra smentisce: «Non abbiamo pensato a questa soluzione».
Non solo Clessidra. Oltre al re delle cliniche private, Giampaolo Angelucci, si sarebbero fatti avanti per lAs Roma anche il fondo di investimento Aabar e il patron di Wind, il potentissimo magnate egiziano Naguib Sawiris.