Tridente? Si può

20/07/2010 alle 11:04.

IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Tridente sì, ma con cautela. A spezzoni, forse. Adriano più Totti e Vucinic è un’ipotesi affascinante, con Menez alle loro spalle poi è quasi una collettiva suggestione. Fatta apposta per sognare. Tre uomini offensivi, tre dalla tecnica sopraffina. La gente sogna, perché questa è (o forse sarebbe) la Roma dei sogni e adesso il momento dei sogni. Intrigante, per dirla alla Claudio Ranieri, giustamente quest’anno in vena di esperimenti. Il tecnico ha tempo per testare, cosa che gli è mancata la scorsa stagione, visto che è arrivato a campionato cominciato e con una preparazione ideata da altri. E quest’anno i metodi di lavoro sono molto diversi, poi vedremo se saranno migliori o peggiori. Comunque diversi.

Tornando al tridente. Contro la selezione altoatesina, oltre a quei tre c’era anche Menez, l’uomo in più per liberare ancor di più la suggestione. Tanta roba, quasi impossibile da rivedere in partite da tre punti, almeno dall’inizio. Per carità, tutto è possibile, ma tre più uno è più uno schieramento da recupero di risultato, roba da ultimi venti minuti quando la squadra si trova con l’acqua alla gola. L’equilibrio è un’altra cosa e Ranieri dell’equilibrio ne fa una ragione di vita. Intanto cominciamo col dire che il tridente prende corpo perché c’è Adriano, che sta lavorando con molta serietà (tra qualche giorno ritroverà pure il sorriso: arriveranno tutti i suoi famigliari, figli e mamma compresa) e con le migliori intenzioni. Il brasiliano, a differenza di Toni, è in grado di giostrare intorno al centravanti, quindi un po’ anche da esterno. Quindi prima, seconda punta e attaccante di fascia, sempre in grado di far male sotto porta. Mentre Toni è centravanti, uomo d’area e basta. E con si pestavano i piedi. Il miglior Toni, infatti, s’è visto soprattutto quando il capitano era alle prese con il difficile recupero dai vari infortuni della passata stagione, e muscolari e traumatici. Non si è fatto mancare niente Francesco. Quindi, se tutti stanno bene e tutti si sentiranno nelle gambe la forza di fare le due fasi di gioco, allora il sogno può diventare realtà.



Sono tre i moduli di gioco in grado di ospitare i tre attaccanti. Il primo, quello visto contro la selezione dilettanti del Riscone-Brunico, cioè il . Forse è quello più spregiudicato. Adriano a destra, Vucinic a sinistra, in mezzo. Menez in questo troverebbe posto come mediano sinistro (al fianco avrebbe
e Pizarro), sempre che Ranieri non si affidi a Perrotta (cosa assai probabile). Per Jeremy sarebbe una nuova vita calcistica. Ma se Eto’o è riuscito pure a fare il terzino, perché non dovrebbe farlo il francesino, o addirittura gli esterni del tridente sperimentato da Ranieri? Tutto è possibile. Se poi non c’è Menez, l’Eto’o dovranno farlo a turno Vucinic e Adriano stesso.

L'altro sistema di gioco potrebbe essere il caro e vecchio . Che è un pò la via del rispetto della tradizione. Modulo che nasce con Spalletti e che viene utilizzato pure da Ranieri. In questo caso la punta centrale sarebbe Adriano, il trequartista , a sinistra sempre Vucinic che si va a scambiare il ruolo proprio con il brasiliano: da sinistra al centro, mentre domenica i due si sono scambiati le due fasce. C'è da dire che non ama più fare l'uomo dietro le punte, ma all'occorrenza...

Il terzo è il 4-4-2. Il modulo più rassicurante. Facile, doppio centravanti là davanti, con Vucinic esterno alla Delvecchio, in questo caso più centrocampista che non punta, più ala che attaccante. Il primo che si ferma fa saltare il banco. Il tecnico è stato il primo a mettere subito le cose in chiaro: sono esperimenti, il tridenti è una soluzione tampone. Suggestiva. Fatta, appunto, per sognare. Ma son sogni d'estate.