Si riparta con la solita fiducia in attesa della nuova dirigenza

13/07/2010 alle 12:25.

CORSPORT (L. CASCIOLI) - Adesso le sfere hanno ripreso a camminare lentamente. La Roma era ormai da tempo un orologio fermo. La morte di Franco Sensi aveva arrestato le lancette su un tempo immobile. Ora aspettiamo che una nuova mano gli dia la carica. La squadra è rimasta alla ribalta, nonostante la società sia stata costretta a vivere alla giornata, e dobbiamo alla famiglia Sensi, ai giocatori tutti, a Spalletti, a Ranieri e all'intero gruppo dirigente se l'ala del destino, in questi anni difficili, ha sfiorato la Roma con la sua piuma più morbida.

La squadra è rimasta alla ribalta, nonostante la società sia stata costretta a vivere alla giornata, e dobbiamo alla famiglia Sensi, ai giocatori tutti, a Spalletti, a Ranieri e all'intero gruppo dirigente se l'ala del destino, in questi anni difficili, ha sfiorato la Roma con la sua piuma più morbida. Gli avvocati devono ancora terminare il loro lavoro per mettere tutto in ordine. Poi resteremo in attesa di chi sappia mischiare di nuovo le carte.

Per una felice coincidenza anche la squadra in queste ora si è rimessa in cammino. Per un caso fortunato (ma la Roma si merita questo ed altro) giocatori, tecnici e dirigenti affrontano in questi giorni il futuro con la stessa volenterosa ambizione di illuminare un panorama ancora invisibile. Al vertice, in questo periodo di interregno, è rimasta Rosella Sensi, in ossequio ad una politica che ha dato sinora i suoi frutti e per rispetto ad una famiglia che si è dedicata alla Roma con passione. Più che una contraddizione è una dichiarazione di stima. Forse per riformare davvero il calcio italiano bisognerebbe mettere tutti i presidenti in condizioni di non spendere, o di spendere una cifra rapportata agli incassi e depositata in Lega. Gioverebbe anche agli allenatori avere meno giocatori da gestire. "Non sbaglio mai formazione - mi confessò un giorno Scopigno - perchè il mio Cagliari ha solo undici titolari".

Ma torniamo alla Roma. La campagna di mercato stavolta è quasi conclusa. Sono arrivati Adriano e Simplicio. Il primo è un grosso (e grasso) punto interrogativo, il secondo una tranquilla certezza che rende più solido e dinamico il centrocampo. Con i soldi delle cessioni c'è da riscattare Burdisso e bisogna trovare un'alternativa a Riise. Ci vorrebbe anche un'alternativa a Pizarro, ma quello del cileno è un ruolo in via di estinzione ed è meglio che Ranieri si inventi qualcosa. Intanto è tornato a casa Rosi, che rappresenta una giovane certezza.

La squadra, insomma, è fatta, andiamola dunque a vedere. Andiamo a vedere cosa può scaturire dall'intesa -Adriano-Vucinic in zona gol. Andiamo a vedere se Menez continua a crescere e a promettere orizzonti di gloria. E' lui il jolly che potrebbe consentire al tecnico una faccia da poker. Dunque aspettiamola con fiducia questa squadra riveduta e corretta. Intanto vorremmo che qualcuno ci spiegasse perchè la Roma, pur dovendo far soldi, ha praticamente regalato Motta all'Udinese, sapendo che il giocatore faceva gola alla . L'offerta in busta dei giallorossi ha consentito ai friulani di gestire la trattativa e realizzare l'affare. Visto che il giocatore non interessava a Ranieri, l'affare poteva farlo la Roma. O no?