Roma, sognamo insieme

12/07/2010 alle 10:20.

CORSPORT (P. TORRI) - Cinquecentosettanta presenze, diciotto campionati, duecentoquaranta­cinque gol dopo, per lui non è cambiato nulla. Francesco Totti da Roma, Porta Metronia, anni trentaquattro a settem­bre, tre volte sotto i ferri negli ultimi quattro anni, oneri e onori alle spalle, oneri e onori nel futuro, felice di sfidar­li. Perché ha ancora voglia di Roma, gol, vittorie, rivincite. Questo era, ieri, in se­rata lo stato d’animo con cui il capitano romanista si è presentato al via della sua diciannovesima stagione da professioni­sta, roba che la prima sembra l’altro ie­ri, appuntamento a Trigoria in pratica dopo la finale del Mondia­le.

TERMOMETRO -E’ lui, ancora lui, sempre lui, comunque lui, il termometro di che Roma sarà. Se fa Tot­ti, cioè se la salute e la for­tuna saranno fedeli compa­gne di viaggio, allora si può sognare, come la passata stagione, uno scudetto toccato e poi sparito come in un gioco di prestigio, comunque la consape­volezza, in trentasei giornate, di essere stati più bravi dell’Inter diSpecial Oneche poi ha vinto tutto. Mourinho non c’è più, lascelta di vitalo ha portato sulla poltrona del Real Madrid, è ancora lì, simbolo indiscutibile di un calcio che non c’è più, per la diciannovesima volta ha citofonato al cancello di Trigoria, sor­riso più maturo ma stesso cuore, stessa maglia, stessi colori, ieri, oggi, domani, sempre. Pronto a lanciare la sua sfida, stavolta dalle colonne del suo sito, le pri­me parole per i suoi tifosi, per quelli che c’èun capitano, c’è solo un capitano: «Parte una nuova stagione. Siamo pron­ti a farlo con il piede giusto, per regalare ai nostri tifosi altre belle soddisfazioni. E soprattutto siamo pronti a farli sognare».

VACANZE -Miami, Sardegna, Sabaudia, Saint Tropez, eccole le tappe delle setti­mane di vacanza che il capitano ha tra­scorso con la sua famiglia, all’estero con Ilary, in Italia con gli eredi Cristian e Chantal. Non ha più parlato dalla burra­scosa conclusione della passata stagione, ma certo non si è estraniato. Sa bene che quando stamattina saluterà la dottoressa Sensi, sarà un saluto diverso, inedito ri­spetto a tutti i precedenti, curioso notare come l’intera carriera del numero dieci giallorosso abbia avutoun presidente, un solo presidente,la famiglia Sensi. Non ha voluto ancora dire nulla di ufficiale sulla nuova situazione societaria che la Roma sta vivendo. Ci sarà tempo, magari già nel ritiro di Riscone di Brunico, per spie­gare come stia vivendo questo momento particolare, un presidente a termine, la Roma in vendita, chissà che, tra qualche mese, bisognerà aggiorna­re l’agenda telefonica alla voce presidente.

MONDIALI -Ha seguito i Mondiali distrattamente. Lippi lo ha lasciato a casa, forse avrebbe fatto meglio a portarlo. Non avrebbe detto no se il ct gli avesse fatto una telefonata Sapendo pure che avrebbe avuto tutto da perdere e niente da guadagnare. In azzurro ha vinto come pochi altri, un titolo Mondiale, un Euro­peo Under 21, un secondo posto a un Eu­ropeo che ancora non se ne è fatto una ra­gione, quello del cucchiaio e quello che probabilmente, in quella stagione, lo avrebbe avvicinato all’unico sogno che non è riuscito a realizzare, il Pallone d’oro che ora non c’è neppure più, inglo­bato dalla Fifa diherrBlatter. Ha segui­to distrattamente il Mondiale, ma non gli è sfuggita la paura per il malore di Mi­chel Platini, tanto meno non ha letto le parole dette da Maradona,« all’Italia manca ». E allora:« Mando un affet­tuoso saluto a Michel Platini che non è stato bene. E voglio anche spedire un grande saluto a Maradona che per me è stato e sarà sempre il calcio. Avrei volu­to vederlo trionfare vista la passione con la quale si è lanciato nella sfida della na­zionale, mi è dispiaciuto che sia uscito». Vietatissimo pensare che abbia fatto il ti­foper l’Argentina.