
CORSPORT (P. TORRI) - Cinquecentosettanta presenze, diciotto campionati, duecentoquarantacinque gol dopo, per lui non è cambiato nulla. Francesco Totti da Roma, Porta Metronia, anni trentaquattro a settembre, tre volte sotto i ferri negli ultimi quattro anni, oneri e onori alle spalle, oneri e onori nel futuro, felice di sfidarli. Perché ha ancora voglia di Roma, gol, vittorie, rivincite. Questo era, ieri, in serata lo stato danimo con cui il capitano romanista si è presentato al via della sua diciannovesima stagione da professionista, roba che la prima sembra laltro ieri, appuntamento a Trigoria in pratica dopo la finale del Mondiale.
TERMOMETRO -E lui, ancora lui, sempre lui, comunque lui, il termometro di che Roma sarà. Se Totti fa Totti, cioè se la salute e la fortuna saranno fedeli compagne di viaggio, allora si può sognare, come la passata stagione, uno scudetto toccato e poi sparito come in un gioco di prestigio, comunque la consapevolezza, in trentasei giornate, di essere stati più bravi dellInter diSpecial Oneche poi ha vinto tutto. Mourinho non cè più, lascelta di vitalo ha portato sulla poltrona del Real Madrid, Totti è ancora lì, simbolo indiscutibile di un calcio che non cè più, per la diciannovesima volta ha citofonato al cancello di Trigoria, sorriso più maturo ma stesso cuore, stessa maglia, stessi colori, ieri, oggi, domani, sempre. Pronto a lanciare la sua sfida, stavolta dalle colonne del suo sito, le prime parole per i suoi tifosi, per quelli che cèun capitano, cè solo un capitano: «Parte una nuova stagione. Siamo pronti a farlo con il piede giusto, per regalare ai nostri tifosi altre belle soddisfazioni. E soprattutto siamo pronti a farli sognare».
VACANZE -Miami, Sardegna, Sabaudia, Saint Tropez, eccole le tappe delle settimane di vacanza che il capitano ha trascorso con la sua famiglia, allestero con Ilary, in Italia con gli eredi Cristian e Chantal. Non ha più parlato dalla burrascosa conclusione della passata stagione, ma certo non si è estraniato. Sa bene che quando stamattina saluterà la dottoressa Sensi, sarà un saluto diverso, inedito rispetto a tutti i precedenti, curioso notare come lintera carriera del numero dieci giallorosso abbia avutoun presidente, un solo presidente,la famiglia Sensi. Non ha voluto ancora dire nulla di ufficiale sulla nuova situazione societaria che la Roma sta vivendo. Ci sarà tempo, magari già nel ritiro di Riscone di Brunico, per spiegare come stia vivendo questo momento particolare, un presidente a termine, la Roma in vendita, chissà che, tra qualche mese, bisognerà aggiornare lagenda telefonica alla voce presidente.
MONDIALI -Ha seguito i Mondiali distrattamente. Lippi lo ha lasciato a casa, forse avrebbe fatto meglio a portarlo. Non avrebbe detto no se il ct gli avesse fatto una telefonata Sapendo pure che avrebbe avuto tutto da perdere e niente da guadagnare. In azzurro ha vinto come pochi altri, un titolo Mondiale, un Europeo Under 21, un secondo posto a un Europeo che ancora non se ne è fatto una ragione, quello del cucchiaio e quello che probabilmente, in quella stagione, lo avrebbe avvicinato allunico sogno che non è riuscito a realizzare, il Pallone doro che ora non cè neppure più, inglobato dalla Fifa diherrBlatter. Ha seguito distrattamente il Mondiale, ma non gli è sfuggita la paura per il malore di Michel Platini, tanto meno non ha letto le parole dette da Maradona,« allItalia manca Totti». E allora:« Mando un affettuoso saluto a Michel Platini che non è stato bene. E voglio anche spedire un grande saluto a Maradona che per me è stato e sarà sempre il calcio. Avrei voluto vederlo trionfare vista la passione con la quale si è lanciato nella sfida della nazionale, mi è dispiaciuto che sia uscito». Vietatissimo pensare che abbia fatto il tifoper lArgentina.