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CORSERA - Visti i precedenti, nessuna soluzione può essere esclusa a priori.A tre giorni dallultimo rinvio, Compagnia Italpetroli e Unicredit si ritroveranno a confronto oggi pomeriggio a Roma nello studio del presidente del Collegio arbitrale, il Professor Ruperto, per trovare la sospirata e definitiva conciliazione.
Il Lodo è sempre dietro langolo, col rischio di una sentenza avversa che proietti Italpetroli sulla via del procedimento fallimentare. I legali delle parti stanno lavorando a uno schema dintesa strutturale, secondo cui gran parte degli asset del gruppo Sensi, inclusa la Roma, saranno sacrificati per estinguere il debito di 325 milioni che la holding della famiglia deve alla Banca.
Cè unipotesi concreta di un nuovo soggetto, la cosiddetta «newco», costituito per segnare un distacco del club calcistico rispetto alle altre attività petrolifere e immobiliari, controllata al 51% dai Sensi e al restante 49% da Unicredit, che avrà comunque in mano il destino della società giallorossa. Un transito tecnico obbligato, insomma, che passerebbe alla fase successiva nel momento in cui ladvisor, che curerà la valorizzazione del patrimonio Roma, identificherà un compratore affidabile. Solo a quel punto, Rosella Sensi uscirebbe definitivamente di scena. Come dire che attualmente non esistono i presupposti per lo sfratto esecutivo, sulla casa sarà affisso il cartello «vendita» e lattuale occupante, da proprietario che era, resterà in affitto fino a data da destinarsi. Ma la Sensi accetterà questo traghettamento? Oggi il verdetto, salvo ulteriori colpi di scena. Lestenuante contenzioso ha coinvolto anche personaggi vicini al mondo Roma.
È il caso dellex presidente del Consiglio Massimo DAlema, che ha ricordato la figura del patriarca giallorosso Franco Sensi, come «ultimo presidente romantico», minacciando scherzosamente il suo amico nonchè amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo, di capeggiare una class-action giallorossa nei confronti della Banca. E di Giovanni Malagò, tra gli imprenditori più in vista della capitale e candidato credibile alla prossima presidenza del Coni: «Faccio parte del cda di Unicredit e non mi pronuncio per la riservatezza che impone la Consob. Conosco il nome di chi subentrerà ai Sensi, ma non posso dirlo».