
GASPORT - Sarà la suggestione dei tempi che furono o, più banalmente, una coincidenza, ma sui campi dove lavorarono negli anni Settanta e Ottanta le Rome di Scopigno e Liedholm, va di moda una preparazione dove il pallone è tornato al potere. Meno corsa, più calcio. Meno smorfie, più sorrisi.
La riattivazione Tutto ha una spiegazione, anche questo ritorno al passato. «Si chiama riattivazione», fanno sapere i preparatori atletici.Dice Riccardo Capanna: «Bisogna evitare di stressare i giocatori. Il calcio sta cambiando e tornare a lavorare con il pallone aiuta a evitare un sovraccarico di stress». La riattivazione va intesa come un approccio più morbido al lavoro dopo le vacanze. Con il comandante Spalletti il ritorno era più brusco: si correva molto e qualche muscolo non gradiva. Non che con Ranieri la Roma cammini: si corre anche con il pallone. Ma è una corsa diversa. Il pallone tra i piedi distrae e diverte e i calciatori sono eterni bambinoni: meglio correre divertendosi che soffrendo. Molto pallone e anche molte situazioni di gioco, in questi primi giorni di lavoro nellafa montana. Ranieri sta curando in modo particolare il lavoro per settori: prova la difesa in linea e rigorosamente a quattro, a centrocampo la formula è sempre quella dei due centrali, davanti si sta collaudando il trequartista (Totti) dietro le due punte (Adriano e Vucinic). Simplicio è uno degli osservati speciali: in assenza di Pizarro, bloccato dalla tendinite, tocca al brasiliano dettare i tempi di gioco. Cè poi una figura che Ranieri cambia ogni giorno: il jolly. Questo jolly non ha il cappello da «matta», ma il fratino bianco. È luomo in più delle due squadre nelle partitelle. Venerdì è toccato a Menez, ieri al redivivo Barusso.
Modello Spagna Gioco basso, movimento dei reparti in perfetta sincronia, possesso palla: fatte le debite proporzioni,in questa Roma dinizio stagione sintravede qualcosa della Spagna campione del mondo. Ma anche qui, è un ritorno al passato. La Roma di Liedholm, con la famosa ragnatela, può essere considerata la nonna della Spagna attuale: la differenza è nei tempi di esecuzione. Compassata la Roma del Barone, veloce e ipnotizzante la Spagna di Del Bosque. Spiega Roberto Pruzzo: «La squadra di Liedholm anticipò i tempi. A centrocampo si faceva possesso palla e allimprovviso si puntava la porta. La differenza tra la Spagna di oggi e la Roma di allora è nella velocità nei movimenti della difesa. La nostra retroguardia era più statica, ma quando Liedholm inventò Di Bartolomei libero, anche noi cominciammo a far partire lazione dalla difesa». I più tonici di questo primo scorcio di ritiro? Riise in assoluto, è sempre lui a tirare il gruppo. Poi, Totti, Perrotta, Menez. Bene anche Rosi, che ieri ha preso una botta ed è uscito con del ghiaccio sul ginocchio: nulla di grave.