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IL TEMPO - Chi vuole comprare la Roma deve stanziare come minimo questa cifra. Lo si evince leggendo la puntuazione tra Unicredit e Italpetroli, che proprio in queste ore gli avvocati stanno trasformando nel più articolato e definitivo accordo da firmare lunedì in sede di arbitrato: oggi i legali si incontreranno per sistemare gli ultimi dettagli. L'udienza dell'arbitrato di lunedì molto probabilmente verrà comunque sospesa in attesa che i passag
Nella puntuazione - come spiega Mf Dow Jones - si parla espressamente di una vendita da operare a «breve». Aspettando il mandato ufficiale, la banca d'affari di Alessandro Daffina ha già avviato da tempo i contatti con i potenziali acquirenti. Ieri i dirigenti di Rotschild e Unicredit hanno fatto un primo punto della situazione: le piste estere, arabe su tutte, convincono più della cordata romana che fa capo ad Angelucci. In ogni caso, il compito di Rothschild sarà quello di verificare accuratamente le credenziali del nuovo compratore e l'effettiva sostenibilità economica dell'affare. Se l'offerta per il pacchetto di maggioranza supererà i 100 milioni, ai Sensi spetterà un importo pari al 5% dell'«eccedenza». Una cifra che verrà riconosciuta soltanto se Rosella svolgerà il ruolo di presidente nel periodo di transizione rispettando tutte le clausole fissate nell'accordo. Ed è proprio su paletti, deleghe e poteri della «traghettatrice» che si è concentrato il lavoro dei legali negli ultimi giorni. Oltre al membro nel cda nella Newco, che sarà proprietaria al 100% di Roma 2000 (la «scatola» che contiene la Roma), la banca avrà anche diritto alla nomina di un nuovo consigliere e di un membro del Collegio sindacale della Roma, e al veto sulla scelta del direttore finanziario.
Gli altri passi salienti dell'accordo grazie al quale si estinguerà il debito di 405 milioni: ai Sensi resteranno immobili per 30 milioni di euro che andranno a costituirsi dentro una Newco Immobili, mentre a Unicredit andrà il 100% di Italpetroli, eccetto la Roma. Che sarà comunque in vendita.