"L'importante sarà sacrificarsi"

20/07/2010 alle 11:08.

IL MESSAGGERO - Tridente o no, Mirko Vucinic sta lì e guai a chi lo tocca, alla luce dei suoi 19 gol della passata annata (14 campionato, 3 Europa League e 2 in Coppa Italia). Si sente un calciatore normale, forse proprio questo è il suo limite. Normale non lo è, viste le qualità tecniche. Diciamo che la sua è solo la normalità di un campione. Poche parole, poca voglia parlare. «Perché non mi autoesalto? Almeno se voli basso e cadi, non ti fai male». Dalla paura di volare alla paura di cadere, insomma. Mirko ama starsene sulle sue, giocare e basta. E aspettare ottobre, mese della nascita del figlio, che si chiamerà Alexander.

Poi, allargando il discorso alla squadra. L’obiettivo? «Cominciare bene stavolta, anche daranno tanta qualità. Adriano l’ho trovato bene, ha forza e tecnica e poi è brasiliano. Il tridente? E’ dispendioso, ma con la rosa ampia ci sarà qualcuno che sostituirà chi sarà stanco e comunque tutto è possibile: chi va in campo deve mettersi al servizio della squadra».

Capitolo mercato: privarsi di Vucinic? Nessuno nella Roma ci pensa, per ora. Per ora nemmeno lui. «Sto bene alla Roma e sono ancora qua». Chissà per quanto.

Dal campo: ieri doppia seduta di allemento. Ancora assenti Pizarro (oggi torna ad allenarsi col gruppo). Cassetti, che a Roma channel ha detto di «temere solo l’Inter», è rientrato nel gruppo. Per tutti, solita martellante esercitazione tattica. Provato ancora il tridente e non solo. Nel pomeriggio, partitella e allenamento sulle distanze brevi. Antunes si scontra con Menez, che Ranieri chiama Jerry. I due cadono e (perplesso con Sky, che dopo anni l’ha scaricato come testimonial del prossimo campionato) coppia a ridere. Non è successo niente.