
CORSPORT (P. TORRI) - Siamo al secondo indizio. Nella prima amichevole, quella classica contro boscaioli e soci, tridente più Menez. Nella seconda, ieri, contro lAlto Adige neopromosso in Prima divisione, ancora tridente, conclusa con un quattro a uno che non sottolinea fino in fondo le inevitabili difficoltà stagionali dei giallorossi. Claudio Ranieri sembra davvero intenzionato a percorrere la strada di una Roma dattacco, del resto la qualità ce lha là davanti.
E stato un quattro-tre-tre classico quello che ieri ci ha proposto il tecnico giallorosso, stavolta con tre centrocampisti alle spalle delle punte, Barusso al centro che non ha convinto neppure se stesso, Brighi da una parte e Taddei dallaltra a cercare di creare gioco, con tutti gli inevitabili limiti del calcio estivo. Alle spalle una linea difensiva con Cicinho e Riise esterni, Mexes (troppo falloso e in ritardo di condizione) e Andreolli coppia di centrali, con Lobont promosso titolare al posto di Julio Sergio alle prese con un affaticamento muscolare. Davanti Vucinic è stato sistemato sulla preferita corsia sinistra, Totti al centro, Adriano sulla fascia destra. Il brasiliano è sembrato più preoccupato di coprire che di puntare la porta avversaria e su questo si dovrà riflettere, anche se i tre si sono cercati, trovati, scambiati posizione, dato la sensazione di poter coesistere e costituire un tridente delle meraviglie. La Roma è partita benino, trascinata da un Vucinic che ogni volta che aveva il pallone creava calcio, ha fallito almeno un paio di buone occasioni prima di trovare il gol del vantaggio con un destro dal limite di Totti che è andato a infilarsi nel cantuccio giusto. Pochi minuti e cè stata loccasione del raddoppio, Adriano si è fatto spazio di forza in area, lo hanno steso, calcio di rigore che il brasiliano però si è fatto parare. LAlto Adige ha poi trovato il pareggio, calcio dangolo, cosciata di Cascone, gioia altoatesina.
Lintervallo la Roma lo ha trascorso in campo, davanti alla panchina di un Ranieri non contento che ha avuto qualche parolina pepata un po per tutti. I titolari li ha lasciati in campo sino alla mezzora della ripresa, per poi cambiarli tutti e undici, dopo che pochi minuti prima Adriano, di forza, aveva messo dentro il pallone del nuovo vantaggio romanista. Reso poi più rotondo dalle reti nel finale di Menez (con la complicità del portiere) su punizione e Okaka proprio mentre larbitro fischiava e mandava tutti a casa.