La mafia del pallone ha raggiunto anche il nord

17/07/2010 alle 05:22.

IL ROMANISTA (V.META) - È arrivate anche al Nord il complesso sistema di infiltrazioni criminali che, come si evince dal dossier realizzato da Libera, ha trovato terreno fertile in vasti settori del mondo calcistico. Scommesse, partite truccate, riciclaggio di denaro sporco, presidenti boss.

I clan usano il calcio in primo luogo per riciclare denaro, approfittando della completa assenza di organi di controllo che possano vigilare sulla provenienza dei soldi che vi circolano. Le scommesse e i trasferimenti dei giocatori sono le vie più comode attraverso le quali la criminalità organizzata può ripulire i suoi proventi illeciti e al tempo stesso cementare i rapporti con la politica. Sono più di trenta i clan direttamente coinvolti o contigui, censiti nelle principali inchieste sui casi di corruzione nel mondo del calcio. Le mafie si servono di una delle passioni più diffuse per acquisire consensi. Tutto comincia dal basso. Dall’irragionevolezza dei conti (permessa, come detto, dalla mancanza di adeguati strumenti di controllo), ma anche dalla bolla economica determinata dal mondo dei diritti televisivi. Un filone di illegalità in gran parte inesplorato, che arriva alla ribalta solo quando è troppo tardi. «I boss scelgono di investire soprattutto nelle piccole squadre delle categorie minori – ha detto Luigi Ciotti -, perché lo ritengono un fattore di prestigio, potere, e soprattutto una maniera per controllare ed esser riconoscibile nel territorio». L’invito di Libera è quello di mantenere alta la soglia dell’attenzione, prima di tutto da parte delle istituzioni calcistiche. Perché la non conoscenza di un fenomeno in continua diffusione non finisca per trasformarsi in complicità.