IL MESSAGGERO (A.ANGELONI) - Gettiamoci nel futuro. Domani, tra un mese, chissà. Ma prima o poi toccherà a qualcuno, prendere il posto dei Sensi, in sella sulla Roma ormai da diciassette anni, tra alti, bassi, successi e contestazioni. Ci sentiamo di escludere che ci vorranno degli anni. Bisogna solo aspettare, quantomeno giovedì, giorno in cui le parti si aggiorneranno. Da Unicredit filtra la sicurezza che allorizzonte non ci sia alcun compratore. Che tradotto significa nessuno di concreto, nessuno che abbia già pronti i soldi.
Del resto la Roma fa gola per mille motivi e ora non costa nemmeno tantissimo. E per ora è ancora della famiglia Sensi, che non molla. Già da tempo ci sono stati degli avvicinamenti, ma Rosella e famiglia li ha sempre respinti al mittente. Cè ad esempio chi aveva manifestato pubblicamente il suo interesse per la Roma lo scorso anno, e si chiama Francesco Angelini, leader del settore farmaceutico. Il suo gruppo costituisce una realtà internazionale tra le più influenti del mondo, confeziona prodotti molto diffusi per lautocura e la disinfezione come Tachipirina, Momendol, Moment, Tantum Verde e Amuchina. Lui, Francesco, ama il bridge e la Roma e, come Franco Sensi (unica cosa che li accomuna), ha tre figlie femmine. Un segno del destino, forse. Il problema per il signor Tachipirina è stato il rapporto (non rapporto) proprio con i Sensi. Che non hanno mai voluto avere niente a che fare con lui, quindi lo hanno tagliato fuori prima ancora che facesse sapere di volersi ritirare da solo e di agire nellombra (appoggiandosi direttamente alla banca, non a Rosella).
Ora che Unicredit pensa di prendere in mano la situazione e lui con i vertici dellistituto di Piazza Cordusio già aveva parlato in più di unoccasione, ci sta che a breve possa rientrare in grande stile, offrendo una cifra non esorbitante, magari con ulteriori sconti. Non parliamo di cifre girate ai tempi di Soros (un altro comparso e riscomparso, come i russi nel 2004) o di Vinicio Fioranelli e di Gert-Rudolf Flick, il duo che aveva fatto tutto e poi non ha fatto niente. Angelini, se mai dovesse decidere di rifarsi avanti, sarebbe da solo o assieme ad un altro gruppo di industriali, si era parlato anche dei Toti, che però hanno sempre smentito.
Parliamo dunque della cosiddetta cordata romana. Sarebbe il classico passo iniziale, ma poi i gruppi di lavoro finiscono con lo sciogliersi. Basti ricordare il binomio Sensi-Mezzaroma funzionò quasi nulla e per pochi mesi. Alla base di questa cordata o come primo eventuale acquirente, oltre ad Angelini sera parlato e si parla ancora di Giampaolo Angelucci, figlio del più noto Antonio. Altra famiglia di industriali del settore medico, però non producono medicine, ma cliniche, centri di riabilitazione, distribuiti soprattutto nel Lazio e nella Puglia. Qualcuno racconta che lAngelucci sia un tifoso della Lazio e non della Roma, ma ai fini dellaffare conta poco. E comunque alla fine tra un «te lo do per certo, è della Roma» e un «te lo do per certo, è della Lazio», stiamo pure tranquilli, non si saprà mai ufficialmente.
E poi - per la gente - conta che il dopo Sensi sia ricco. Meglio se romanista, anche perché la Roma non è una società come le altre, per storia, tradizione e senso di appartenenza. Come si sa, in Italia è sempre più facile ipotizzare larrivo di imprenditori nostrani mentre è complicato aprire le porte agli stranieri.
Cè questa fobia facilmente comprensibile. Nonostante tutto, alla Roma è stato accostato anche un fondo americano. Si tratterebbe dellHigland Capital Partners, che ha il quartier generale a Lexington (Massachusetts) e sedi in California, Ginevra e Shangai. Un gruppo interessato anche alla costruzione dello stadio. Ma tutto questo è stato abbondantemente smentito nei mesi scorsi. Ora la Roma è lì, quasi a portata di mano. Cè da aspettare, poi la fila di (ipotetici) acquirenti verrà sciolta.