Il pianto della Sensi poi l'annuncio: "Accordo fatto"

10/07/2010 alle 14:31.

LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Sono passate da poco le 19 di un giovedì che entrerà nella storia della Roma. Rosella Sensi, insieme al vice Ceo di Unicredit Paolo Fiorentino e all´ad del corporate banking Piergiorgio Peluso, è chiusa da più di tre ore nello studio dell´avvocato Carbonetti, legale della banca, per raggiungere un accordo che azzererà i debiti dell´azienda di famiglia portando gli asset del gruppo nelle mani dell´istituto.

Quelle lacrime sono la fotografia invisibile dell´8 luglio 2010, il giorno - meglio, la notte - che sancisce la fine di un´era. Trentaquattro giorni per arrivare alla conciliazione con Unicredit a partire dal 4 giugno, quando la prima udienza arbitrale dice che le parti possono trovare un accordo. Poi altre due udienze, in cui la Sensi alterna appelli accorati a lucide spiegazioni. Fino a ieri. Fiorentino e Rosella, maglia bianca e gonna viola (colore "vietato" in teatri e trattative), arrivano in via Ferrero di Cambiano alle 20.25, con oltre due ore di ritardo all´appuntamento con uno spazientito Ruperto. In attesa, un gruppetto di tifosi, più numerosi i cronisti.

Caldo (nello studio non c´è aria condizionata) e tensione scandiscono l´ultimo incontro. Una bandiera della Lazio, fatta pendere dall´attico, accarezza il balcone al terzo piano, dove va in scena il vertice. «Levate quello straccio», urla un tifoso. La rimuove l´avvocato dei Sensi, , lanciandola verso il "pubblico" che accompagna il gesto con applausi. Poi, ancora attesa. Alle 22 Rosella firma la lettera d´intenti: la Roma dei Sensi non c´è più. Qualche istante dopo il gruppo dei legali scorta la "dottoressa" e Fiorentino davanti ai cronisti. «Accordo fatto», finisce un´era. E, con questa, il tempo per le lacrime