IL ROMANISTA (C.ZUCCHELLI) - Il vento leghista del Nord continua a soffiare contro Francesco Totti. Il Capitano giallorosso non è più libero neanche di poter dire quanto sia bella «la mia città» che si scatena il finimondo. Soprattutto perché Totti, scherzando, dopo aver ribadito ancora una volta lamore per la sua terra
«È ora di farla finita con queste sfide provinciali», ha commentato il sindaco Alemanno, secondo il quale Totti ha ragione e i leghisti quando arrivano nella capitale in pochi mesi se ne innamorano, anche se non lo ammettono. «La storia e la bellezza di Roma sono indiscutibili. Totti è innamorato della sua città, come tutti noi», ha detto il presidente della Regione, Polverini. Va giù duro il presidente della Provincia, Zingaretti: «Come al solito la Lega insulta Roma colpendo Francesco Totti. Sbeffeggiando il capitano della Roma, la Lega attacca infatti uno dei simboli di questa città, un campione nello sport e nella vita, un uomo che ha sempre dimostrato grande umiltà e che ha aiutato, spesso senza clamore, le persone in difficoltà. Roba da cartellino rosso per Bossi e la sua cricca». Per Marco Pomarici, presidente del Consiglio comunale, «non bisognerebbe neanche replicare ad alcuni esponenti della Lega. Ritengo però doveroso precisare che nessun contributo economico è mai giunto dal Nord. Roma è una città splendida e non ha bisogno di alcuna luce riflessa per brillare». Enzo Foschi (Pd) definisce i leghisti «non solo invidiosi ma anche bugiardi. Roma, infatti, riceve molto meno dallo Stato di quello che dà», mentre Michele Baldi, leader del Movimento per Roma, aggiunge: «Totti rappresenta quella romanità che ha il coraggio di dire le cose come stanno. Il guaio è che tanti politicanti invece di andare dietro a Totti per opportunismo farebbero bene ad attaccare la Lega senza nascondersi e aspettare parole come quelle di Francesco».