Damiano, il «primo-bis» di Ranieri

17/07/2010 alle 03:53.

IL ROMANISTA (G.PIACENTINI) - Si dice che dietro ad un grande uomo molto spesso ci sia una grande donna. Un concetto simile si può applicare agli allenatori di calcio. Molto spesso le fortune di un tecnico possono dipendere non solo dalla propria bravura o da quella dei calciatori che si allenano, ma anche dai collaboratori che lo circondano e nella fattispecie da quelli che vengono definiti “allenatori in seconda”.

Un ruolo delicato e complicato al tempo stesso. Bisogna rimanere nell’ombra, fare un lavoro oscuro e troppe volte senza riconoscimenti. Ma sicuramente fondamentale. Si dice che sia un perfezionista Damiano, uno attento a tutti i più piccoli particolari, anche quelli che altri reputano insignificanti. Una vera e propria fissazione il francese ce l’ha per i dati statistici, perché analizzando quelli si riescono a capire molte cose sulla propria squadra e su quella avversaria. Per questo Damiano ha incaricato un uomo di sua fiducia a mantenere un archivio di tutte le statistiche delle gare giocate dalla Roma: percentuali sul possesso palla, passaggi, assist, palle perse, punizioni, falli, cartellini. Tutte cose che se analizzate a dovere aiutano a vincere. Un altro suo cavallo di battaglia, sembra, siano i terreni di gioco. Fece scalpore, nel suo primo periodo giallorosso, una conferenza stampa in cui Ranieri definì i campi di Trigoria come spiagge. Ora i terreni del Bernardini sono lisci come tavoli da biliardo e gran parte del merito ce l’ha anche il tecnico francese che si è messo personalmente a controllare il lavoro dei giardinieri di Trigoria. Anche qui a Riscone la prima cosa che ha fatto, pochi minuti dopo l’arrivo della squa- dra in ritiro, è stato andare a controllare lo stato dei campi di allenamento.
 
Il primo bis, insomma, il suo lavoro lo sa fare e pure bene. D’altronde ha un esperienza di oltre trent’anni nel mondo del calcio, molti dei quali vissuti ad altissimi livelli. Nella sua carriera prima di incrociare la sua strada con quella di Ranieri è stato secondo di Houllier, Jacquet, Tigana su panchine prestigiose come quelle della Nazionale francese, del Liverpool, del Fulham. Con Ranieri si conoscono dal 2001, quando abitavano a pochi isolati di distanza, a Londra. Merito di Roberto Sassi, all’epoca del Chelsea ma prima di lavorare insieme hanno dovuto aspettare alcuni anni. L’occasione arrivò quando Ranieri fu chiamato al Parma. Insieme fecero l’impresa di salvare la squadra emiliana dalla serie B e da allora non si sono più separati. Anche perché Damiano è uno che sa essere fedele. «La prima qualità che deve avere un buon – ha dichiarato in una vecchia intervista - è la fedeltà. Se il tecnico viene mandato via, non puoi prenderne il posto. Successe al Fulham, per esempio: cacciarono Tigana, salutai anch’io. Anche se avevo contratto e offerta». E’ un grande scopritore di talenti, Damiano, forse per merito della sua lunga militanza nelle Nazionali giovanili in Francia. Per 17 anni ha lavorato con i settori giovanili, comprese le Nazionali under 16, 18 e 20. Ha visto crescere Henry, Anelka, Gallas e Trezeguet. Ora la sua scommessa si chiama Jeremy Menez: se il francesino negli ultimi 12 mesi è cresciuto tantissimo il merito, c’è da giurarci, è anche di Christian Damiano, con l’accento sulla O.