Conidi: «Al nord invidiosi di Totti». Zoro: «Contro di lui attacchi folli»

23/07/2010 alle 19:37.

IL ROMANISTA (G. PIACENTINI) - Uno, Marco Conidi, è uno dei cantanti che meglio è riuscito ad esprimere l’amore verso una squadra di calcio nelle sue canzoni. L’altro, Diego “Zoro” Bianchi, è “la coscienza critica della sinistra italiana”. In comune hanno l’amore per la Roma: entrambi giocano nell’aesseromArtisti, una squadra di calcio composta da personaggi dello spettacolo. Sono venuti a Riscone per giocare il Memorial Luisa Petrucci. E per parlare di Roma.

Che emozione è stata giocare contro Bruno Conti?

Diego Bianchi: Ho giocato contro i poster della cameretta mia. Bruno Conti è un mito, sto realizzando solo ora di aver scambiato la palla con lui, non è una cosa normale.

Marco Conidi: A un certo punto nel primo tempo Bruno ha detto ad un suo compagno “occhio a Marco perché è quello pericoloso”, la mia carriera calcistica poteva terminare in quel momento.

I giocatori giallorossi invece li avete conosciuti? Ci avete parlato?

DB: Io li ho visti solo in tv, non li ho mai conosciuti. Mi piacerebbe farlo ma senza essere invadente, divento molto timido in queste situazioni. Già sono contento che ci sono alcuni membri dello staff, come il professor Bertelli, che apprezzano il mio lavoro.

MC: Io ho la fortunata di essere amico di molti di loro e di alcuni in particolare.

Cosa pensate delle polemiche che hanno coinvolto in questi giorni?

MC: Mi da molto fastidio vivere in un paese in cui mentre buttano giù le statue di Falcone e Borsellino, mentre si preparano delle inchieste nella procura di Caltanissetta, ci siano dei politici e dei giornali che pensano che la cosa più importante siano le polemiche su .

DB: E’ veramente incredibile come qualsiasi cosa dica o faccia nel bene o nel male abbia l’eco che ha. Su di lui ci campano in tanti, poi se succedono cose eclatanti come il calcio a Balotelli c’è un escalation che arriva fino al Presidente della Repubblica: è un meccanismo mediatico,  fa tendenza. C’è sempre un certo accanimento. Leggevo un articolo in cui si consigliava a Balotelli di andare all’estero per non fare la fine di . Ma qual è la fine di ? Sai quanti calciatori nel mondo vogliono fare la fine di ? Quello che Francesco rappresenta per il calcio sarà compreso tra trenta, quaranta anni. La sua carriera sarà apprezzata dopo.

Ma è il solito problema nord-sud o c’è qualcosa in più?

MC: Il fatto che le squadre del nord non abbiano mai avuto nella storia un calciatore paragonabile a Francesco deve creare una forma di invidia. A volte è benevola e bonaria, altre volte no. A noi dispiace per loro, ma Francesco ce lo abbiamo noi.

DB: Francesco ha una marea di fan anche al nord e all’estero. Non è un caso se Maradona parla di , se nel mondo si parla di lui. Pure questo fatto che ha vinto poco lo dobbiamo smentire: ha vinto un Mondiale con un pezzo di ferro dentro una gamba, aveva vinto da solo un Europeo. 

Ora è arrivato Adriano.

DB: Lo hanno preso per far sembrare Francesco più piccolo. Io ci spero tanto, l’ho visto nell’amichevole col Brunico e mi ha fatto una buona impressione. Poi bisogna vederlo contro avversari più forti; se anche torna all’ottanta per cento di quello che era, abbiamo fatto bingo. Poi c’è da dire che giocando insieme a 7/8 gol li fa pure Marco Conidi, quindi credo che Adriano ne potrà fare almeno il doppio.

MC: Io ci scommetto ad occhi chiusi su di lui. Ogni volta che me lo sono trovato contro da avversario avevo una paura… ora mi piacerebbe che quella paura la provassero i nostri avversari. Sono convinto che come tutte le persone sensibili abbia la fragilità del campione, ma credo che abbia capito che questa è la sua grande possibilità.

Che ne pensate della tessera del tifoso?

DB: Non mi piace la schedatura, non ti invoglia ad andare allo stadio. Poi che

dentro lo stadio non ci sia un bel clima, questo è fuori di dubbio. Io vorrei poter portare mia figlia allo stadio, e mi piacerebbe che ci siano le condizioni per farlo. Non credo che la tessera del tifoso sia la soluzione.

MC: E’ inutile perché non fa prevenzione e non è valida nei posti dove succedono gli incidenti, cioè nelle zone antistanti allo stadio. E’ un provvedimento fatto da persone che non conoscono le dinamiche dello stadio. Se vogliono isolare quattro cretini e violenti, hanno tutti i mezzi per farlo anche così. In uno stato di diritto democratico è impossibile pensare che una persona possa essere giudicata preventivamente attraverso i suoi precedenti. Le famiglie allo stadio si riportano educando le persone al tifo. Lo stadio è uno dei pochi posti in cui ci si abbraccia con uno sconosciuto e questo è un valore in un paese come il nostro che non è secondario.

Vinciamo lo scudetto?

MC: Non lo dico prima del 28 maggio.

DB: Ma che me fai na domanda del genere?