Calenda: «Vi svelo il colpo Adriano»

08/07/2010 alle 11:45.

CORSPORT (P.TORRI) - Nelle vicende di mercato, spes­so gli uomini chiave sono quelli che lavo rano nell’ombra. Adriano in giallorosso è stato voluto dalla dottoressa Sensi, con cretizzato da Daniele Pradè, ma un ruo lo decisivo lo ha avuto anche l’agente Fi fa Roberto Calenda con un lavoro durato mesi. Ora che l’Imperatore è arrivato a Trigoria, dimostrando una grande voglia di torna re quello che è stato, cioè uno degli attaccanti più de vastanti del mon

Quando è cominciata la trattativa per Adriano?

«Tanto tempo fa. Settembre 2009, ap­pena concluso il mercato estivo dello scorso anno».

Come è nata?

«E’ stata una mia iniziativa. Si sapeva che la Roma cercava una prima punta. Sono andato a Trigoria, ho parlato con la dirigenza e gli ho chiesto: lo volete Adria­no? Mi hanno risposto positivamente e lì è cominciato tutto».

Adriano quando ha saputo che la Roma voleva riportarlo in Italia?

«Nell’ottobre dello scorso anno. Si è su­bito dimostrato interessato».

Interessato perché?

«E’ sempre stato affascinato da Roma e dai suoi tifosi, lo avevano conquistato da avversario, gli piaceva l’idea di diventa­re un giocatore della Roma. Nel passato campionato ha seguito tutte le partite della squadra di Ranieri, affascinato dal gioco che lui diceva alla brasiliana dei giallorossi».

Perché allora non è arri­vato a gennaio?

«Ci abbiamo provato, ma lui aveva un impegno con il Flamengo, voleva vince­re lo scudetto e provare a fare la stessa cosa con la coppa Libertadores».

Non avete però mollato la presa nonostante l’arri­vo a Trigoria di Toni.

«No, non abbiamo mollato per niente. Io ho fatto diversi viaggi a Rio per incon­trare il giocatore, spiegargli il progetto Roma, riferirgli pensieri e parole dello staff giallorosso. La trattativa così è ri­masta aperta con Adriano che ha comin­ciato a tifare sempre di più la squadra giallorossa».

Quando ha capito che sarebbe diventa­to un giocatore della Roma?

«Nel momento in cui ha cominciato a rifiutare le tante, vi assicuro, tante offer­te che gli arrivavano».

Da parte di chi?

«Ci sono state almeno tre squadre ita­liane che hanno provato a prenderlo».

Quali?

«Milan, e ».

E poi chi altro?

« Il Manchester per esempio. In questi mesi è arrivata anche una solidis­sima offerta da parte di un club arabo. Così come al Flamengo hanno provato di tutto per trattenerlo, offrendogli tantis­simi soldi. Lì ho capito che era fatta, cioè che Adriano aveva scelto la Roma».

Non è stata quindi una scelta di soldi.

«Lo posso escludere nel­la maniera più assoluta. Forse qualcuno non si ren­de conto della potenza me­diatica e del nome che an­cora oggi ha Adriano. Stia­mo parlando di un giocato­re che fa la differenza, di un campione vero. Oggi con l’arrivo di Adriano, la Roma avendo anche , può dire di avere i due giocatori media­ticamente più incredibili al mondo».

Qual è stata la chiave vincente di que­sta trattativa?

«La stima e la fiducia».

Cioè?

«La stima e la fiducia che la Roma ha sempre dimostrato al giocatore, sin dal primo contatto. Adriano è un ragazzo di una sensibilità incredibile, per lui senti­re l’affetto di chi lo circonda, è un fatto­re fondamentale. Se poi avverte anche la stima nei suoi confronti, allora è un ra­gazzo che ti regala il suo cuore e dà tutto se stesso. Roma in questo senso è la piaz­za perfetta per lui. Sono convinto che in maglia giallorossa tornerà l’Imperatore e la Roma avrà fatto il miglior affare pos­sibile ».

Se dovesse riandare a un episodio de­cisivo di questa trattativa, cosa ci rac­conterebbe?

«Una telefonata».

Tra chi?

«Rosella Sensi e Adriano».

Quando?

«La data è facile da ricor­dare, era il giorno della fi­nale di Lea­gue » .

Ventidue maggio quindi. Che è accaduto in quella telefonata?

« Il presidente della Ro­ma ha usato le parole giu­ste, decisive per conquistare definitiva­mente il giocatore. Lo ha fatto sentire co­me un fratello minore, come in una fami­glia. Lo ha conquistato. Da quella telefo­nata tutto è andato in discesa».

Diventata fumata bianca con il viaggio del direttore sportivo Daniele Pradè a Rio de Janeiro.

«Vero. Il più era stato già fatto, ma in quella cena a Ipanema, Daniele ha usato toni e parole giuste, ha fatto capire al gio­catore come fosse indispensabile per un progetto vincente della Roma. In quella serata di fatto sono state messe le firme».

Poi siglate a Villa Pacelli.

«Dove Adriano ha capito sempre di più di aver fatto la scelta giusta. La signora Maria che gli ha fatto il caffè, non la di­menticherà mai».