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REPUBBLICA.IT (F.FERRAZZA) - Sorride, sereno, dimagrito e carico. Adriano è tornato, e vuole lasciarsi alle spalle l'immagine rimasta negli occhi degli interisti.
TRIDENTE - "Possiamo sostenere il tridente, ma dobbiamo essere consapevoli che ci sarà da soffrire, perché abbiamo il dovere di aiutare la squadra a difendere. Personalmente non ho problemi a partire da una posizione più defilata, se sto bene fisicamente posso fare anche l'esterno".
FAMIGLIA ROMA - "La Roma per me rappresenta molte cose. Ho voglia di dimostrare che sono un giocatore. La Roma è una famiglia, gioca un bel calcio, mi è sempre piaciuta".
FATEMI LAVORARE - "In questo momento devo parlare poco, voglio fare i fatti. Quando sono arrivato al Flamengo ho passato 40 giorni senza fare nulla, poi sono diventato capocannoniere e abbiamo vinto il titolo. Fatemi lavorare serenamente".
A ROMA IN RITARDO - "Potevo essere qui la scorsa estate, ma ho preferito giocare la Libertadores con il Flamengo, volevo chiudere bene la mia avventura lì. Poi non ho esitato a scegliere la Roma. Se è importante la colonia brasiliana? Sì, aiuta moltissimo".
ZERO SAUDADE - "Ora il Brasile non mi manca, sono stato bene lì, ma ora so che devo fare certe cose qui in Italia, cose differenti da quelle che ho fatto prima. Devo far dimenticare i momenti brutti. Sono qui per tornare ad essere quello di una volta".
SELECAO - "Spero di tornare in Nazionale, ora l'importante è fare bene con la Roma. Non ho preferenze sul ct, spero che scelgano una persona seria''.
RANIERI - "Il mister mi dice di stare tranquillo, di fare le cose con calma. Io vorrei bruciare le tappe, ma lui giustamente mi frena. Allo stesso tempo mi parla molto, mi stimola".
ROMA / RIO - "Roma è simile a Rio de Janeiro, quando sono arrivato ho percepito subito il calore dei romani. A noi brasiliani piace. Non immaginavo un'accoglienza tale allo Stadio Flaminio".
SCUDETTO SUBITO - "La Roma ha una buona squadra, se viene Burdisso è chiaro che acquisiamo un giocatore importante. Possiamo giocarcela sia in campionato sia in Champions. Per vincere non bastano i campioni, conta la squadra, la Roma lo è. Lo scudetto subito? Sicuramente, penso che lo possiamo vincere già quest'anno".
GRAZIE MIHA - "Mihajlovic è stato un secondo padre per me, mi è sempre stato vicino nei momenti difficili, mi ha aiutato tanto e lo ringrazio".
LA TRIPLETTA DELL'INTER - "Mi è dispiaciuto non fare parte di una Inter che ha vinto tutto. Ma quando sono andato via avevo la coscienza a posto. Dovevo andarmene, avevo dei problemi, forse potevo anche restare, però penso che alla fine ho fatto bene. La felicità è tutto nella vita...".
MOURINHO - "Mourinho mi è sempre stato vicino, non fosse stato per lui me ne sarei andato via prima. Lui mi ha sempre detto di restare, così come Maxwell, Julio Cesar, Maicon, forse Mourinho è quello che ha avuto più pazienza. Poi anche lui si è arreso, perché volevo assolutamente andare via".
ROMA NEL DESTINO - "Io ho sempre parlato bene della Roma e di Roma, nella Capitale venivo spesso. Qui mi hanno aiutato tutti ad inserirmi. Ho trovato una famiglia, non che non fosse così anche nell'Inter, però qui ci sono un gruppo e una società molto forti. La società già mi è vicina, sono contento".
DEPRESSIONE - "Quando ho lasciato l'Italia stavo male, ero triste, volevo addirittura smettere di giocare. La famiglia e i miei due figli mi hanno aiutato molto. E' stato un momento delicato, ma importante. Non era un problema di alcolismo, se no non ero qui. Ero depresso, piano piano ho ritrovato il sorriso, ringrazio Dio. Sono già caduto una volta non cado più".
BRUNO - "E' una storia triste, difficile da giudicare. Non conosco la verità, perché non lo frequentavo nella vita privata. Non posso dire se è colpevole o innocente, a me sembrava un bravo ragazzo, oltre che un grande portiere".
MENEZ - "Jeremy mi ha stupito più di tutti. Ha tecnica, abilità, tutto. E' un grandissimo, farà bene".