IL ROMANISTA (P. BRUNI) - Tessera del tifoso, impoverimento del calcio e perdita della passione popolare. Parte da qui, da unindagine profonda e schietta, il dibattito organizzato ieri da Sinistra, ecologia e libertà". Il parterre, composto da Paolo Cento,
Paolo Cento aggiunge: «Verrebbe da dire che se il risultato del lavoro dei politici fosse la tessera del tifoso, tutti dovrebbero andare a casa. Il vero male del calcio è iniziato quando in Parlamento si è votata la legge per la quotazione in borsa delle squadre e, di conseguenza, si è permesso attraverso una fidelity card che società e sostenitori avessero un rapporto diretto, il che è legalmente vietato». «Ripartire dai vivai e dalla cultura nelle scuole»: la medicina di Enzo Foschi è tanto semplice quando vera. «Cè necessità - spiega - di campi popolari per far avvicinare le persone agli stadi. Bisogna lavorare in tal senso, sforzarci tutti per ottenere dei risultati tangibili. Il tifoso ci mette soldi, cuore, tempo libero, passione. Bisogna rispettarlo».
Non usa mezze parole il direttore de Il Romanista, Carmine Fotia, sullo scempio che la politica attua con il pallone: «È una componente ipocrita che guarda soltanto ai propri interessi ed è figlia di un sistema corrotto. Nel mondo del calcio leccezione diventa la regola e alla fine,non vengono puniti, i colpevoli ma soltanto coloro che denunciano le ingiustizie. Il deferimento di Francesco Totti ne è lesempio più lampante». Tocca poi a Renzo Ulivieri tracciare la strada per il domani: «Intanto diciamo che la tessera del tifoso non mi garba per ragioni ideologiche. Non voglio essere schedato. Dobbiamo però fare proposte alternative. Proviamo ad assumere atteggiamenti positivi, tentiamo di andare alla base. Educare la gente fin da piccola è lunico modo per trovare uno spiraglio in questa crisi».