IL ROMANISTA (D. PASTORIN) - Jabulani è un pallone micidiale. Lo sanno bene i portieri di questo mondiale: le
soltanto poche partite. La vittima eccellente: il portiere dellInghilterra Robert Green, del West Ham. Contro gli Stati Uniti, lestremo difensore si è fatto beffare da un tiro senza pretese di Dempsey. Green sembrava sicuro nella presa, invece ha perso goffamente la palla, che è rotolata impietosamente, in mondovisione, in fondo alla rete. Il portiere ha chiesto scusa, mentre Fabio Capello aveva la mascella bloccata in una pericolosa smorfia... Green, cioé verde. Il colore del campo e della speranza. Per i tabloid britannici è diventato, invece, sinonimo del brivido. Della preoccupazione. Ma non era meglio schierare David James o Joe Hart, ma davvero non esisteva di meglio in circolazione? Il giorno dopo lo svarione, Robert Green si è dedicato, per dimenticare e per rilassarsi, al gol. Qualche cronista lo ha invitato a cambiare decisamente sport, ma gli inglesi, come sappiamo, in fatto di humor nero non sono inferiori a nessuno. Sono degli autentici maestri, più che nel football. Almeno a livello di mondiale: visto che, per ora, hanno trionfato in una sola manifestazione: nel 1966, per giunta in casa, e in virtù di un gol fantasma nei supplementari con la Germania Ovest di Helmut Haller. God save the Queen. E chi può salvare the Green?
Un uomo solo: Franco Tancredi, il preparatore dei portieri agli ordini di don Fabio (per la prima volta sommerso dalle critiche). Tancredi è stato il primo a consolare il povero James, a dirgli: «Reagisci! Certe cose, soprattutto a un estremo difensore, possono capitare. Non mollare, concentrati, forza!». E James, bene o male, si è ripreso... Franco Tancredi. Uno dei più grandi numeri uno della storia del calcio, e non solo italiano. Nel 1986 ai mondiali messicani venne beffato, a poche ore dal debutto con la Bulgaria a Città del Messico, da Giovanni Galli. Così decise Enzo Bearzot. Ma il giallorosso, da ottimo professionista, non fece una piega. Restò a disposizione, dimostrando, anche in panchina, la sua immensa classe. Adesso, Tancredi insegna agli altri a parare, e a sopportare. E solo lui, credetemi, potrebbe restituire lo sciagurato Green al senso della porta e al sorriso, a una immediata rinascita