Stramaccioni: I miei ragazzi da serie A

18/06/2010 alle 11:01.

IL ROMANISTA (V.META) - Diciassette giugno duemiladieci. Segnatevi questa data, perché per la Roma è ancora un giorno di gloria. Al fischio finale dell’arbitro, gli Allievi possono festeggiare come solo i romanisti sanno fare. Andrea Stramaccioni, artefice di

«Sono felicissimo – dice, a metà fra il frastornato e il commosso -. Quest’anno abbiamo vinto tutto, non so se sia mai successo che una squadra conquistasse “Arco di Trento” e scudetto nella stessa stagione». L’emozione lascia quindi spazio all’analisi: «Questa è la vittoria della qualità – afferma con orgoglio -. È la vittoria della scuola del settore giovanile della Roma. Quella che ha vinto oggi (ieri, ndr) è una squadra piccola, ma che ha saputo vincere con la tecnica. Sono contento di aver fatto crescere questi ragazzi. Tenetevi le liste della partita di oggi, perché molti di quelli che erano in campo li ritroverete tra qualche anno in serie A». Con le sue squadre, Stramaccioni instaura sempre un grande rapporto, attestato da tutti i giocatori che ha allenato: «Questi sono dei ragazzi fantastici. Io li ho aiutati a crescere, ma questa è la loro vittoria, quella dello staff e di tutti coloro che lavorano alla Roma».



Il tecnico è al suo secondo scudetto in cinque anni nelle giovanili giallorosse. «Per me è una grande gioia, non ricordo una squadra che abbia centrato due titoli. Il mio futuro? Adesso lasciatemi godere questa vittoria. Devo fare i complimenti e ringraziare tutti quelli che ci vogliono bene. Le mie sensazioni? Erano troppi anni che arrivavo in fondo...». La sua Roma è una macchina perfetta: «Io sono dieci anni che non scendo in campo, perciò i meriti vanno ai ragazzi. Hanno fatto una stagione strepitosa, in quaranta partite non hanno mai perso. E poi la qualità è il marchio di fabbrica della Roma, anche contro avversari fisicamente più forti. Non so dove sarò domani, ma stasera starò con loro a festeggiare». Il diciassette giugno è una data magica: «Nove anni fa ero allo stadio, conservo ancora l’abbonamento in . Sono un grande tifoso della Roma e per me queste soddisfazioni valgono doppio».

A conferma delle parole del tecnico, arriva anche Bruno Conti. Marazico è raggiante: «Siamo orgogliosi di

questi ragazzi. È bello vincere, ma lo è ancora di più quando lo si fa con un gioco così. Stramaccioni? Per lui parla il curriculum, ma ha ancora due anni di contratto con la Roma»
. Maglie in tribuna, cori e facce stravolte dal un misto di felicità e stanchezza, i protagonisti dell’impresa tricolore si godono la festa insieme ai loro tifosi. Valerio Verre è al settimo cielo: «Sono felice, era la prima stagione con i Nazionali e non poteva andare meglio di così...».

Fra i più scatenati c’è Amato Ciciretti, indiscutibilmente la stella di queste final-eight. Il capocannoniere giallorosso ha trascinato la squadra in finale andando a segno in tutte e tre le partite del girone di qualificazione. Ciliegina sulla torta, ha firmato il gol vittoria anche contro la . «Questo è gol più importante per me – dice -, lo dedico a mia madre. Non mi aspettavo di vivere una fase finale così. Il mister ha detto che ci ritroveranno in serie A? Per noi è una grossa responsabilità, speriamo di meritarcela». Per Amato, quella appena conclusa è stata una stagione determinante, dal momento che lo ha visto subire una metamorfosi tattica non indifferente: da trequartista si è trasformato in regista basso davanti alla difesa. «Sì, il mister mi ha arretrato a centrocampo. Sinceramente, non pensavo di farcela a non giocare più da trequartista, così ho lavorato ogni giorno per non deludere il mister».

Da chi ha sbloccato il risultato a chi l’ha salvato. Mirko Pigliacelli si è reso protagonista di un doppio intervento sensazionale nel secondo tempo. «Ho lavorato tutto l’anno per questa partita – dice il numero uno, fuori di sé dalla gioia -. Le mie parate sono state decisive? Sono il giusto corrispettivo di un lavoro lungo un anno». A fare il tifo per i “fratellini minori” degli Allievi c’è anche Enrico Citro. Il centrocampista della Primavera, di cui incarna un po’ l’anima ultrà, non poteva perdersi un appuntamento così: «Da tifoso romanista non potevo mancare – sorride -. Mi dispiace solo di essere arrivato un po’ in ritardo. Che bello veder festeggiare la Roma...». Già, è

proprio bello.