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IL ROMANISTA (V.META) - Quando un anno fa Diego Milito e Thiago Motta sono passano a vestire la maglia nerazzurra, limpresa è fra le più ardue: far dimenticare, o almeno non far rimpiangere troppo, un certo Ibrahimovic. Dodici mesi più tardi, si può dire con certezza che lobiettivo sia stato centrato in pieno. Difficile stabilire quanta parte dei successi interisti sia da attribuirsi ai due ex genoani.
La pioggia di gol caduta sotto la Lanterna è bastata a metterlo al primo posto nella lista della spesa di Mourinho. Difficoltà di ambientamento? Macché. Milito ha ricominciato da dove si era interrotto: dai gol. Tanti, belli e soprattutto pesanti. Una capacità realizzativa impressionante, se si pensa che per andare a segno 22 volte gli è stato sufficiente tirare in porta 36 volte. Sua la rete che ha infranto i sogni scudetto della Roma, quella dell1-0 al Siena lo scorso 16 maggio. Un gol che da solo vale una stagione. Meno palese, ma altrettanto prezioso il contributo di Thiago Motta. Il brasiliano è sceso in campo 26 volte (nella parte centrale della stagione è rimasto fuori per infortunio) e ha segnato 4 gol. Suo il sinistro sotto lincrocio che ha aperto le marcature nel derby dandata, finito poi 4-0 per lInter. Anche nei suoi confronti i romanisti non possono nutrire grandi simpatie, visto che è lautore del definitivo 2-0 alla Lazio nel farsesco match andato in scena allOlimpico il 2 maggio. Inutile negarlo: senza Milito e Motta, la stagione nerazzurra non sarebbe stata la stessa.