Sensi-Unicredit, è il giorno

23/06/2010 alle 11:29.

CORSPORT (R. MAIDA) - E’ un giorno molto, molto importan­te per la Roma. Forse è l’ultima possibilità che resta a Rosella Sensi per arrivare a un accor­do con Unicredit, la banca legata a doppio fi­lo a Italpetroli, il gruppo industriale di fami­glia. Unicredit da un lato possiede il 49 per cento delle azioni della holding, dall’altro è creditrice verso Italpetroli di circa 325 milio­ni di euro. Ecco perché oggi, nello studio ro­mano del presidente del collegio arbitrale Ce­sare Ruperto, si incontreranno le due parti in ballo. Il magistrato Ruperto, diventato popola­re nel calcio all’epoca dello scandalo del 2006 come presidente della commissione d’appello federale, chiederà a Rosella Sensi e a Pier­giorgio Peluso, numero due di Unicredit, di « conciliare » . Se sarà possibile, tutti si stringe­ranno la mano con una schiari­ta sul futuro. Due le ipotesi di accordo che consentirebbe alla società di revisione Bdo di cer­tificare il bilancio di Italpetro­li: 1) Rosella Sensi cede buona parte del patrimonio, conserva una serie di proprietà e rimane presidente della Roma aspet­tando un compratore ( oggi, a quanto pare, non c’è). 2) Rosel­la Sensi accetta di cedere la Ro­ma alla banca, che poi cerche­rà per conto suo un acquirente e nel frattempo amministrerà il club con i suoi manager.

Se invece l’incontro si rivelasse infruttuoso, interverrebbe il collegio arbitrale nella sua in­terezza per prendere una decisione che provo­cherebbe comunque un forte scossone a Tri­goria.

L’APPUNTAMENTO -Al tavolo di Ruperto sono invitate otto persone. Oltre ai contendenti Sen­si- Peluso, saranno presenti i due legali di Ital­petroli, e Agostino Gambino; gli avvocati di Unicredit, Valerio Di Gravio e Francesco Carbonetti; l’arbitro scelto dalla fa­miglia Sensi, Romano Vaccarella, e l’arbitro scelto dalla banca, Enrico . Sarà una mattinata di colloqui, trattative, avvicinamen­ti e tensioni. Alla fine della quale si saprà di più sulle prospettive di Italpetroli e, di rifles­so, della Roma, il bene più appetibile e reddi­tiziodella holding.

LE POSIZIONI -Ieri c’era un po’ di preoccupa­zione tra i dirigenti di Trigoria. Tutti conosco­no molto chiaramente la delicatezza del mo­mento: Unicredit ha calcolato che alla cifra dovuta per il debito, visto che il piano di rien­tro non è stato rispettato, vanno aggiunti 50 milioni di danni d’immagine e altri 80 per er­rato calcolo degli interessi. La banca non sem­bra volere ridimensionare le sue richieste ed è disposta ad accordarsi con i Sensi, e quindi ad azzerare ogni richiesta economica, in cam­bio di quasi tutti i beni del gruppo, a comincia­re dalla Roma. In subordine, Unicredit chiede garanzie su un percorso che porti alla vendi­ta progressiva di tutti i cosiddettiassetdella holding. Roma inclusa. Con Rosella Sensi an­cora sul ponte di comando aspettando la cessione definiti­va. La famiglia Sensi da parte sua vuole cercare di non per­dere la Roma. La partita è aperta ma fino a un certo pun­to. Se si va al muro contro mu­ro, e quindi all’arbitrato vero e proprio che darà certezze en­tro la fine di luglio, le conse­guenze per la squadra sono im­prevedibili e perciò pericolose: di fronte a scadenze non più ri­mandabili, anche un giocatore dichiarato« incedibile »come Vucinic rischierebbe di finire sul mercato.

BUDGET -Le notizie che usci­ranno dallo studio Ruperto condizioneranno anche le prossime mosse “ordinarie” della Roma. Daniele Pradè doma­ni volerà a Milano per discutere le compro­prietà, soprattutto quella di Motta con l’Udi­nese, con le idee più chiare sul futuro e sulle disponibilità economiche. Il tempo stringe: entro venerdì è necessario l’accordo, altri­menti si va alle buste. Ma c’è un’altra urgen­za: l’iscrizione al campionato e alla Cham­pions League. Entro il 30 giugno devono esse­re pagati ai dipendenti - i calciatori e non so­lo - tre mesi di stipendio per essere in regola con i parametri Uefa, che consentono la par­tecipazione alle coppe europee. La Roma aspetta fino all’ultimo perché nei prossimi giorni conta di incassare la rata bimestrale (la terza delle sei del 2010) dei diritti televisivi