
CORSERA (D. BERSANI) - Consacrazione o addio. La stagione che comincerà fra tre settimane esatte col raduno di Trigoria, sarà comunque uno spartiacque per Jeremy Menez. La permanenza del talentuoso francese «non è in discussione», dicono a Trigoria e, per la verità, nessuno si è concretamente fatto avanti col suo procuratore Bernes e tanto mento con la società per portarlo via dalla capitale. «Non è in discussione», già, con laggiunta della solita postilla ad accompagnare molte perentorie dichiarazioni di incedibilità, soprattutto nella Roma dellautofinanziamento: se in tempi ragionevoli ci fosse un acquirente ben intenzionato, non troverebbe le porte sbarrate.
Dando per scontata la sua conferma in giallorosso, dunque, a ventitrè anni è giunta lora di spiccare il salto di qualità ad alti livelli. Non sarà semplice, perché dal suo arrivo in Italia non si è ancora capito se sia la Roma a rappresentare un lusso per Menez, oppure se al fantasista vada effettivamente stretta una realtà come quella giallorossa. Per avere risposte simil-definitive sul suo conto, non è secondario il tema del modulo tattico adottato dalla squadra. Come esterno offensivo, Vucinic è più affidabile e, nelle vesti di trequartista, Perrotta e il neo arrivato Simplicio garantiscono maggiori equilibri.
Ma al di là della posizione in campo, il suo grande problema resta la continuità delle prestazioni. Su questaspetto hanno lavorato con pazienza e ottenendo discreti risultati sia Ranieri che il suo vice Damiano, vero e proprio custode delle estrose inquietudini del ragazzo di Longjumeau.
La prossima, però, sarà lannata della verità. Perché lindulgenza dello staff tecnico e dirigenziale, senza contare quella di un pubblico che finora ha scelto di aspettarlo, non è illimitata. Il primo è stato un anno di ambientamento: linizio complicato tra mille travagli di una squadra in crisi e qualche fiammata sporadica a certificare una classe purissima quanto intervallata da molte, troppe, pause. Con Spalletti in panchina, le sue presenze furono 29 (con 4 reti) e non molto diversa la stagione che si è appena lasciata alle spalle. In campionato Menez ha totalizzato 23 presenze e 1 gol e altre 2 prodezze sono arrivate in Europa League contro avversari di modesta caratura come Gent e Kosice.
Cè un dato, però, che evidenzia la scarsa tenuta psicofisica dellattaccante: 18 volte è partito titolare e in 14 è stato sostituito da Ranieri. Fin qui il passato. Adesso Menez dovrà lavorare e dimostrare di non avere un grande futuro dietro le spalle.