
IL ROMANISTA - «Preferisco perdere giocando bene piuttosto che vincere giocando male». E questo Vincenzo Montella alla fine della finale persa dai suoi Giovanissimi Nazionali contro il Milan. Non è la classica storia della volpe e luva, perché chi ha avuto modo di vedere da vicino lAeroplanino in questi anni romani, sa che per lui ci sono valori più importanti della vittoria ad ogni costo. Per questo è bello vederlo a fine partita mentre insieme a Bruno Conti rincuora i suoi giocatori in lacrime per la sconfitta. «Mi dispiace le sue parole a fine gara - vedere i ragazzi piangere ma questa per loro è tutta esperienza». Unesperienza che forse è mancata
Montella alla fine della finale persa dai suoi Giovanissimi Nazionali contro il Milan. Non è la classica storia della volpe e luva, perché chi ha avuto modo di vedere da vicino lAeroplanino in questi anni romani, sa che per lui ci sono valori più importanti della vittoria ad ogni costo. Per questo è bello vederlo a fine partita mentre insieme a Bruno Conti rincuora i suoi giocatori in lacrime per la sconfitta. «Mi dispiace le sue parole a fine gara - vedere i ragazzi piangere ma questa per loro è tutta esperienza». Unesperienza che forse è mancata nei settanta minuti di gioco, dove i giallorossi sono sembrati bloccati, almeno per tutto il primo tempo. Nel secondo le cose sono andate meglio, ma ormai il risultato era compromesso.
«Sono troppo emotivi lanalisi del tecnico romanista - per tutta la partita siamo rimasti un po bloccati. Forse sentivano troppo la pressione esterna per una gara importante come questa, mi auguro che diventino più lucidi ma hanno tutto il tempo per crescere». E stata comunque una stagione da incorniciare, sia dal punto di vista personale sia da quello della squadra. Una finale scudetto è una di quelle esperienze che rimangono nella testa e nel cuore dei protagonisti, per sempre. «Bilancio della stagione? Sono molto orgoglioso per aver trasmesso a questi ragazzi il mio modo di vedere il calcio. Avremmo preferito tutti vincere, però beati loro che
a 15 anni hanno avuto la fortuna di giocare una partita come questa».
Il Milan è stato più forte soprattutto dal punto di vista fisico, cerano tre o quattro giocatori che andavano ad una velocità doppia rispetto ai romanisti, mentre la Roma è una squadra più tecnica, come il suo allenatore. «Nel calcio il fisico conta, è inutile nasconderlo, soprattutto a questa età però non credo che sia stato solo per questo. Il mio compito è quello di educare e crescere i ragazzi, soprattutto dal punto di vista della mentalità e della formazione, che purtroppo non sempre hanno e non sempre sono aiutati a casa». Prima della finale Montella aveva detto che preferisce vedere un suo giocatore sbagliare cercando la giocata piuttosto che vedere i palloni in tribuna. Ieri si è visto, soprattutto nel finale di gara, con la Roma sotto di tre gol ma ancora alla ricerca del gol e delle giocate. «A questa età bisogna calarsi nella mentalità dei ragazzi, bisogna sempre cercare di giocare a pallone. Purtroppo in questi anni non si è lavorato benissimo a livello generale, e i risultati si vedono anche a livello di serie A. Io sono più contento di aver perso e di aver giocato bene soprattutto nel
secondo tempo, mentre nel primo tempo abbiamo giocato male e non ci siamo divertiti».
Dopo pochi minuti ha cambiato modulo, era partito col 4-3-3 ed è passato al 4-2-3-1, anche questo è il segnale che il lavoro svolto per tutto lanno e durante la settimana ha portato i suoi frutti. «Ho cambiato modulo perché facevamo fatica a centrocampo. Non lo abbiamo fatto spesso ma bisognava farlo perché stavamo soffrendo troppo».
In tribuna cera Aldair, uno che esattamente nove anni fa insieme a Montella stava festeggiando uno scudetto storico per la società giallorossa. Pluto ha voluto fare lo stesso i complimenti al suo ex compagno di squadra, con una specifica importante: secondo Aldair, Vincenzo diventerà un grande tecnico, perché è uno che dice sempre quello che pensa. Montella incassa il complimento, anche se avrebbe preferito farlo da campione dItalia. «Aldair lo ringrazio. Ha ragione perché dico sempre quello che penso e spero che questo possa essere un pregio nel mondo del calcio».