Ora De Rossi insegue la sua Coppa

09/06/2010 alle 11:00.

GASPORT (M. CECCHINI) - Nel centro dei cicloni c’è uno spazio, una lingua di terra, un «occhio» immaginario, in cui tutto è immobile come nei giorni di sereno. Ecco, Daniele De Rossi sembra vivere in questo cerchio virtuale fatto di calma, quando tutto intorno a lui sembra ribollire. E il bello (o il brutto) è che proprio il Mondiale pare anabolizzare questo genere di situazioni, visto che il centrocampista della Roma ancora una volta — come 4 anni fa — si è ritrovato al centro di polemiche feroci.

Ripensando a quei giorni, la cosa che a ha fatto più male furono le accuse alla famiglia più che i 4 turni di , che gli valsero per un paio di giorni anche il broncio di Lippi. L’esito fu tutto sommato scontato: «È una Coppa che non sento mia fino in fondo, anche se ho tirato uno dei rigori della finale».

Polizia Stavolta è stata tutta un’altra storia. Quasi una storiaccia, visto che le considerazioni di Daniele sulla tessera del tifoso (e la virtuale equiparazione fra teppismo ed eccessi della polizia) per un paio di giorni lo hanno messo nel mirini del ministro dell’Interno, Maroni, e del capo della Polizia, Manganelli. «Dichiarazioni inaccettabili», è stata la sintesi. Insomma, bufera. In perfetto stile Mondiale, verrebbe da dire. La sfida Occhio, però, che i veri avversari sono sul campo, e lo sa bene. «Siamo i campioni del Mondoe tutte le squadre giocano contro di noi mettendo una marcia in più — ha detto in un evento Adidas riportato da Marca —. Vincere questo Mondiale significherebbe migliorare quanto fatto in Germania e noi ci proveremo. Gli stimoli ci sono, come sempre quando si indossa la maglia dell’Italia. Tutti noi veniamo da un anno duro, ma stiamo migliorando».

Sul girone, Daniele ha le idee chiare. «Le gare di coppa del Mondo non sono mai facili. È vero, non abbiamo l’Argentina, la Germania o l’Inghilterra, ma non sarà facile comunque. Noi siamo teste di serie, però incontreremo squadre come la Nuova Zelanda, che lo scorso anno ci ha messo in difficoltà, e Paraguay e Slovacchia, che hanno una buona base. Certo, le favorite sono sempre le stesse: Italia, Brasile, Argentina, Germania, Francia, Inghilterra e Spagna. Anzi, credo che il calcio più veloce e tecnico sia quello della Spagna, una squadra che fa girare la palla molto rapidamente e crea tante occasioni, a guardarla non ti annoi mai. Comunque per vincere un Mondiale ci vuole impegno, qualità e anche un pizzico di fortuna. Insomma, è molto difficile, ma le Nazionali che ho nominato se la giocheranno fino all’ultimo».

Calcio malato Il centrocampista della Roma— che per la sesta volta annovera solo un giocatore in azzurro (il top fu nel 2002: 5) — non si tira indietro nel parlare del binomio Italia-pallone. «Secondo me è un calcio po’ malato. Ci sono problemi, come gli stadi e le strutture. Ma il nostro campionato, insieme a quello inglese e spagnolo, rimane il più affascinante del mondo». Quanto basta per restare sereni nell’occhio del ciclone. Sognando un bis da favola.