
LIBERO (F. BIASIN) - Il calciatore Adriano sembra Bud Spencer senza barba. A Roma però se ne stra-fregano e fanno bene secondo il saggio proverbio «meglio un Imperatore con la panza oggi che un presunto fenomeno domani». E, quindi, eccolo lì il nuovo idolo della Curva Sud, eroe a prescindere perché ha il nome piùromano che cè e lo spirito giusto per entrare in sintonia con la capitale. Se son rose fioriranno, insomma, ma intanto tocca far sfiorire il ventre atomico del brasiliano, presentato ieri allo stadio Flaminio davanti a oltre 5mila tifosi giallorossi pazzi di gioia. Tanto affetto per un giocatore non si vedeva da tempo, per un ex interista poi...
È festa grande a Roma, e Toni è già un ricordo lontano. Alla bilancia lImperatore fa un quintale abbondante, ma la cosa non interessa a nessuno e per dimagrire cè sempre tempo. Il contratto del bomber (3 anni a 5 milioni lordi a stagione) è blindato: niente bizze fuori e dentro al campo pena la rescissione dellaccordo («Lo so - dice lui - e sono daccordo»). E chissà se la bravissima Rosella Sensi (lei e i suoi collaboratori stanno dimostrando come si possa fare un brillante mercato a costo zero) si è ricordata di inserire nellaccordo la clausola carbonara. E cioè: Adriano fai il bravo che qui tra abbacchi e pastasciutte rischi di sfondare la bilancia («Ma è normale - spiega un sorridente Adri - sono fermo da un mese»).
Becera ironia a parte il problema è serio: il peso forma dellImperatore è di 88 chili (etto più, etto meno), quindi tocca far calare il panzer di 15 chili buoni entro un paio di mesi. Si può fare, ma il fisico reggerà allo sforzo? Son problemi, eppure a Roma tutti più che alle rogne col peso pensano alla mente frivola di Leite Ribeiro. Lui non sembra preoccupato e, anzi, prima del bagno di folla («sembra di essere a Rio») chiarisce a lorsignori: «Sono più maturo. Ranieri mi ha detto che mi vuole vedere sempre sorridente, io lo sono sempre. E se mi vedrete triste vorrà dire che cè qualcosa che non va». Come dire: siete avvisati. E ancora: «Sono emozionato da questa accoglienza: nel prossimo campionato faremo benissimo, vinceremo di sicuro». E il tifoso sesalta. Poi è il momento delle foto di rito con la maglia numero 8 e di quelle con una sciarpa che sembra fatta apposta. Cè scritto: «Mo te gonfio» e a guardare il doppio mento dellex attaccante di Inter e Flamengo sembra una presa per i fondelli.
Ma non lo è, poco ma sicuro. I tifosi credono in lui, lui è già innamorato della capitale e si lascia andare a dichiarazioni esaltanti quanto banali: «Non mi piace fare promesse particolari, preferisco fare i fatti». Il meglio lo dà quando parla della sua ex squadra, primaavversaria dei giallorossi in Supercoppa: «La Roma mi sembra una grande famiglia, non che lInter non lo fosse, ma mi sembra che qui ci si aiuti uno con laltro. Ho già sentito Totti e De Rossi, e mi hanno detto che insieme dobbiamo vincere tutto». Fino a: «Sono più maturo di quando sono fuggito in Brasile. Dovevo tornare a casa perchè mi mancava qualcosa: la felicità. Ora sono pronto».
A un bel punto tocca alla Sensi: «Da tempo avevo questo pallino - spiega la presidente -, limpegno di tenere Toni non avremmo potuto rispettarlo. Adriano lo seguo da tanto e ho letto troppo spesso che è una scommessa, lui non è una scommessa, ma una certezza che ci farà togliere tante soddisfazioni». E termina il gran giorno dellImperatore panciuto