
IL ROMANISTA (C.ZUCCHELLI) - LA SUA immagine più bella non è quella dellesultanza. Neanche labbraccio con Pepe o il testa a testa con Gattuso, subito dopo il gol. Nemmeno la scivolata che consegna allItalia il pareggio contro il Paraguay è bella e intensa come la faccia di De Rossi al 39: Alcaraz ha appena segnato «un po anche per colpa mia», lItalia è sotto, il Mondiale inizia in salita per gli Azzurri. La tv inquadra Cannavaro e Chiellini, guarda
stesso: «Daje». È la parola che tutta Italia vorrebbe dire ai ragazzi di Lippi. E non è un caso che la dica lui: il romano, il romanista, litaliano. Daniele De Rossi. Esultano tutti: da Roma - un po di più - a Milano, da Torino
a Palermo, da Cagliari a Bolzano. Anche Maroni, sicuramente, sarà schizzato sul divano come tutti. Potenza di De Rossi. La sua partita inizia con linno cantato tra Marchisio e Buffon. Tra il vecchio e il nuovo cè lui, Daniele. Che è tutti e due insieme. Ha la barba, come da qualche mese a questa parte, i capelli sono un po più lunghi del solito, gli occhi hanno voglia di vincere.
Come sempre. Sulle spalle il numero 6, quello che nella Roma non cè più. Gli scarpini sono nuovi, neri e gialli, e toccano il primo pallone dopo appena un minuto. Al 10 la prima vera bella azione dellItalia passa proprio da lui: spacca in 2 il centrocampo del Paraguay, lascia sul posto mezza squadra e passa a Pepe, defilato a destra. Lazione si conclude con un nulla di fatto, ma un brivido corre lungo la schiena dei romanisti: subito dopo il passaggio allamico Simone, infatti, Daniele viene atterrato in corsa da Caceres (solo omonimo dellex juventino) che lo prende sul piede sinistro. De Rossi è a terra per un attimo, ma per chi è giallorosso pare uneternità. Al 30 altro splendido lancio, ma anche in questo caso nessun pericolo per la difesa sudamericana. Quando il Paraguay passa in vantaggio cerca di contrastare Alcaraz, ma il gol arriva lo stesso. Nel secondo tempo, De Rossi sale in cattedra: detta i tempi del gioco, fa da schermo davanti alla difesa e poi rilancia lazione, insieme a Montolivo, che consola pure dopo un fallaccio. Al 18 la svolta: cross di Pepe, Villar va a vuoto e Daniele insacca. Lui esulta, corre verso la panchina, abbraccia Gattuso e tutti gli altri. È la sua notte, la notte in cui la pioggia sudafricana spazza via tutte le polemiche. Non i numeri, quelli nessuno può portarli via: per De Rossi è il nono gol (rigore contro la Francia escluso) in cinquantacinque partite azzurre, raggiunto Totti, mai nessun romanista ha fatto tanto. Ed è solo linizio. Perché la partita di ieri sera ha dimostrato una cosa: De Rossi cè. LItalia forse.