![](/IMG/CALCIATORI 1/BIG-adriano casual.jpg)
CORSERA - Ci sono sempre due verità nella vita di Adriano Leite Ribeiro, di professione calciatore travagliato. Che si tratti di scelte esistenziali, gusti, abitudini, conoscenze e persino quando sfascia una macchina nel cuore della notte e la colpa finisce a un misterioso passante. Lultima dellImperatore carioca, con la valigia pronta per Roma, nasce da una ingente somma di denaro uscita dal suo conto corrente.
Tutto è iniziato con intercettazioni telefoniche, dalle quali si è venuto a sapere che 60.000 reais (circa 25 mila euro) sono usciti dal conto di Adriano e passati a tale Fabiano Atanasio, capo del traffico di cocaina nella regione di Rio dove il calciatore è nato e cresciuto. Sarebbe stato lo stesso Adriano, nella conversazione, a fare il nome del bandito. Dopo aver dato buca alla prima convocazione del magistrato, lattaccante è stato convinto dai suoi avvocati a collaborare, ed è stato ascoltato giovedì. Ha spiegato che quei soldi in realtà sono stati ritirati dalla madre. Una parte per spese personali della famiglia, mentre unaltra, più ingente, era destinata allacquisto di pacchi alimentari per famiglie bisognose di Vila Cruzeiro, la sua favela di origine. Dove, ha sostenuto, lui e la madre portano avanti discretamente un progetto di beneficenza del quale non ha mai voluto parlare. E la telefonata con il boss? Adriano non ha negato di conoscerlo, ma sostiene che Atanasio faceva riferimento a una festa per bambini quando si è parlato di soldi.
Secondo laccusa la giustificazione non sta in piedi. Il calciatore sarebbe sotto pressione da tempo per aiutare la gang del quartiere, assediata dalle forze dellordine e in difficoltà economiche. Il magistrato gli ha anche chiesto conto di fotografie nelle quali Adriano appare con una pistola e facendo il gesto del Comando Vermelho, la gang più potente della periferia di Rio. «Sono immagini vecchie si è giustificato . Hanno tentato di estorcermi denaro con quelle foto e non ci sono riusciti, non ho nulla da nascondere». Dopo il magistrato Adriano ha incontrato la polizia, la quale invece gli ha creduto in pieno. Un commissario ha parlato di tentativo di giustizia-spettacolo.
Anche se Adriano non rischierebbe nulla (per ora è solo testimone), in Brasile ci si chiede se limprovvisa decisione di tornare in Italia non sia legata anche a problemi con la giustizia. Protagonista di una buona stagione sul campo con il Flamengo, lattaccante non è riuscito a perdere le vecchie abitudini: scarso impegno negli allenamenti, alimentazione e birra, festini e amici banditi. «Con quei ragazzi sono cresciuto, li conosco e li saluto, ma non sono complice di nulla», si è sempre giustificato.