IL ROMANISTA (D.GIANNINI) - «Tanto la partita se la comprano». Ci ha pensato Umberto Bossi a gettare benzina sul fuoco della tesa vigilia di Italia-Slovacchia. Ai cronisti che gli chiedevano un pronostico sulla partita, il leader della Lega ha risposto con quella frase provocatoria, aggiungendo poi: «Vedrete che al prossimo campionato ci saranno due o tre calciatori slovacchi che giocano nelle squadre italiane...».
Certezze? Poche, anche perché le indicazioni arrivate dallallenamento di ieri potrebbero essere viziate dalla presenza di molti osservatori e giornalisti slovacchi. Possibile che il ct abbia semplicemente mischiato le carte per far capire poco allavversario? Possibile. E allora potrebbe essere più significativo lultimo allenamento prima della partita, cioè quello in programma oggi. Perché, tranne i 15 minuti a porte aperte imposti dalla Fifa, il resto della seduta sarà nascosto a tutti gli osservatori, sia agli amici, sia ai nemici. Pochi punti fissi, si diceva. Almeno uno, però, cè: Daniele De Rossi. Centrocampo a due, a tre o a quattro, cambia poco. Lippi una maglia da titolare per lui ce lha sempre. E ci mancherebbe altro, visto che è luomo che sta tenendo in piedi la baracca con il gol al Paraguay e il rigore conquistato con la Nuova Zelanda. Danielino ci sarà, ma dovrebbero cambiare i suoi compagni di reparto. Almeno uno. Pirlo è pronto al rientro, il problema al polpaccio è superato ma la sua condizione chiaramente non è al top. Metterlo in campo in un match da dentro o fuori potrebbe essere un azzardo.
Fiducia quindi a Montolivo che è stato fin qui tra i meno peggio, mentre Marchisio dovrebbe lasciare il posto a Gattuso. Davanti sarà tridente, ma quale? Nellallenamento di ieri, da una parte cerano Iaquinta, Gilardino e Di Natale. Dallaltra Quagliarella, Pazzini e Pepe. Favorito il primo trio. La difesa dovrebbe restare invariata con Zambrotta, Cannavaro, Chiellini e Criscito. Anche se non è del tutto da escludere linnesto di Maggio con lo spostamento di Zambrotta sulla sinistra. Il milanista ieri è tornato a parlare in difesa di se stesso e di Cannavaro: «Le critiche nel calcio ci stanno. Però mi ha dato fastidio che prima di questo Mondiale mi abbiano dato del bollito. Ho 33 anni, da tre mesi stavo preparando questo appuntamento. Avete visto come sta andando il mio Mondiale?». E gli va dato atto di stare giocando molto meglio che in campionato. Ma Cannavaro? «Non lo si può mettere in discussione - prosegue Zambrotta -. Magari ad arrivarci come lui a 37 anni in queste condizioni. Sta facendo un bel campionato». Eppure lo spettro delleliminazione è lì dietro langolo: «Uscire dal Mondiale? Non ci voglio neanche pensare. Sappiamo che è da dentro o fuori, ma siamo abituati a queste situazioni. Pensiamo di potercela fare, ci servirà anche un pizzico di fortuna in più».