
CORSPORT - Il giorno dopo è quasi più bello. Perché il trionfo te lo rigusti tutto, momento per momento. Bruno Conti mette in bacheca un altro successo lungo il percorso dei suoi sedici anni trascorsi la maggior parte al timone del vivaio giallorosso e nelle ultime quattro stagioni da direttore tecnico in prima squadra ma senza mai togliere gli occhi dai suoi ragazzi
Una grande giornata quella di giovedì a Montepulciano.
« Assolutamente sì. Perché gli Allievi hanno fatto una cosa straordinaria, ma va difeso il lavoro svolto da Vincenzo (Montella, n.d.r.) in un anno. Il risultato che ha raggiunto lascia intatti i valori di un gruppo che può crescere ancora e ci conferma quanta voglia a lui di allenare e andare avanti su questa strada, impartendo consigli preziosi ai più giovani. E vero che cera in ballo la possibilità di ripetere la doppietta del 99. Il fatto che non sia arrivata non può togliere nulla al nostro settore giovanile, al traguardo che ha raggiunto grazie al gran lavoro di tutti: i ragazzi, i tecnici, chi è dietro le scrivanie, lo staff medico, i magazzinieri, tutti. Con due citazioni in più che ritengo doverose: le nostre società affiliate, che ci consentono di lavorare in un certo modo, e Ivano Stefanelli, perché questi sono i suoi gruppi e finché è stato alla Roma ci ha lavorato con passione » .
Cosa significa per questi ragazzi ricevere i complimenti di Francesco Totti e poi vedere lui, De Rossi, Cerci, che sono i prodotti finiti del lavoro del vivaio e sono in prima squadra?
«Francesco lo ringrazio sempre, è uno di quelli che sa cosa significa crescere in un settore giovanile ed arrivare a vestire la maglia della prima squadra. E lo sa da innamorato della Roma, come lo sono questi giovani: e giovedì abbiamo sentito gli Allievi rifare sul campo i cori della curva da veri tifosi. Totti è il capitano di tutta la Roma, anche dei giovani. E i nostri ragazzi sanno che alla Roma, se lo meriti, arrivi in prima in prima squadra. Lo hanno già fatto in tanti».
Tanti Allievi campioni nel 99 sono diventati professionisti. Cè questo destino anche nella squadra neo scudettata?
«Non faccio nomi ma dico di sì. Ho parlato prima di Montella ed è giusto che dica di Stramaccioni, di quanto Andrea sappia incidere sulla crescita dei ragazzi, di quanto da anni la sua squadra e il su lavoro vengano decantati e apprezzati ovunque » .
La Roma ha cresciuto calciatori esportandoli ovunque, in serie A e allestero. Che significa?
«Che lavoriamo bene. E lo facciamo essenzialmente per dare soddisfazione alla società e al presidente Rosella Sensi».