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ILROMANISTA (C. ZUCCHELLI) - LA CARICA di Daniele. La sua forza, il suo coraggio, la tecnica, la grinta, la capacità di diventare, in trenta secondi, difensore-centrocampista- attaccante. LItalia, che oggi alle 16 (diretta Rai 1 e Sky Mondiale 1) si gioca il passaggio agli ottavi contro la Slovacchia si aggrappa a lui, il migliore nelle prime due partite di questo Mondiale, lanima di una Nazionale che pare aver smarrito lo spirito - e la classe - che quattro anni fa laveva portata sul tetto del mondo.
Chi gli sta vicino in questi giorni è arrivato anche a dire che «Daniele non è mai stato in forma come adesso». Nel ritiro azzurro in Sudafrica è uno di quelli che fa più gruppo, tanto che lesultanza con la vuvuzela dopo il gol di Iaquinta è stata spesso argomento di conversazione nei momenti di relax. Tutti i compagni stravedono per lui, lo cercano in campo (basta andare a vedere quanti palloni sono passati dai suoi piedi contro la Nuova Zelanda) e fuori, perché sanno che Daniele è uno di quelli che ama davvero la maglia azzurra. Tanto da non saltare, quasi mai, neanche le amichevoli.
Daltronde, lui non ha problemi a "sentire" la Nazionale: lha sempre detto, lha ribadito qualche giorno fa proprio dal Sudafrica: «Ho avuto la fortuna di indossare le maglie delle squadre per le quali ho sempre fatto il tifo, la Roma e lItalia». In questo senso è uno di quelli più attaccati alla maglia nello spogliatoio, tanto che la risposta più incisiva a Radio Padania è arrivata proprio dalla sua bocca: «Vorrà dire che quando loro andranno ai Mondiali noi faremo il tifo contro». Per questo, e anche per il suo essere così tanto italiano e romano, lemittente lo ha individuato - insieme a Cannavaro - come il giocatore per cui tifare contro. Proprio lui, il vero insostituibile, il giocatore fondamentale in qualsiasi ruolo, quello che o segna o fa segnare gli altri, quello che incita i compagni e li sprona ad andare avanti. In questo senso, lesempio è lurlo al minuto 85 di Italia-Nuova Zelanda, quando nessun compagno si sbrigava ad andare a battere il calcio dangolo. Un gesto che ha stupito molti, sicuramente chi non lo conosce. Il suo coraggio, la sua fierezza, la sua voglia di vincere non sono certo una novità. Ed è proprio a lui, e a queste sue qualità, che oggi lItalia si aggrappa per non tornare a casa.