Agroppi: «Il ct bollito più dei giocatori»

25/06/2010 alle 10:44.

IL ROMANISTA (M.MACEDONIO) - «E’ IL giorno più bello della mia vita!». Lo urla al telefono, Aldo Agroppi. E capisci che non sta letteralmente nella pelle, per la gioia che sta provando. «Ho appena finito di fare il carosello per Piombino – dice – Sono andato a festeggiare con gli amici. Perché quello che è successo oggi è il segno che, da qualche parte, un Dio c’è, che rimette a posto le cose…». E’ come se l’avesse sognato, Agroppi, questo momento, e atteso a lungo. «E’ stata una vergogna – aggiunge – veder giocare l’Italia che fa due punti contro tre squadre scarsissime, senza passato né futuro nel calcio internazionale».

Prende le distanze dal ct, Aldo Agroppi, ma non certo dalla Nazionale. «Ho sempre tifato per l’Italia - dice - Per Trapattoni, per Maldini, per Bearzot… Ma per lui, no. Per uno che mi ha fatto del male, volutamente, non posso. Anzi, l’ho sempre gufato. Perché alla fine, c’è una giustizia. Un dare e un avere. Basta aver pazienza. Non poteva andargli sempre tutto bene… Se penso che ha detto che non avrebbe fatto salire nessuno sul carro… Ah, ah! Un giorno così non lo vivevo da tempo!».

Salva anche i giocatori, Agroppi («Molti li conosco e li apprezzo»). Vittime, a suo dire, delle scelte sbagliate del tecnico. «Scellerate, direi! Quando lasci a casa un giovane del valore di Balotelli. O lo stesso Cassano! E poi, avrebbe dovuto far giocare da prima Quagliarella, uno vivace, brioso, che può mettere scompiglio… Si è

affidato invece alla vecchia guardia, lasciando però a casa uno come Perrotta! Ma come si fa? E ? Saremmo sicuramente andati meglio. Se scegli di far giocare Gattuso, hai già detto tutto della tua incapacità! Per non parlare di Marchisio, impresentabile! Utilizzato una volta come trequartista, una come esterno, una come regista…! Ma ragazzi, quest’allenatore ha dimostrato di esser bollito più dei giocatori che ha mandato in campo. Improvvisando ogni volta la formazione... Perché è un presuntuoso, uno che pensa che tutto dipenda da lui, dalla sua “bravura”…».
Finita? No. «E stasera – aggiunge - festeggio anche a casa, con la mi’ moglie…».